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Primo Carnera, 1989 (Italia, Ramarro, 1986) |
“A proposito di
vomito, indovinate cosa ha vomitato per voi l'inferno, stanotte?
Risposta esatta! Zio Ramarro!”
(Dalla
storia The Hell in my mind)
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Giuseppe Palumbo |
Credo di aver associato
spesso il nome di Giuseppe Palumbo alla parola
'miracolo', perché a mio parere quest'artista ha davvero qualcosa di
miracoloso. Come spiegare, altrimenti, un simile talento a soli
ventidue anni, quando nel 1986 dava alle stampe il suo personaggio
più famoso: Ramarro.
E da allora ne ha fatta
di strada, questo artista dal talento infinito; dalle pagina della
rivista più rivoluzionaria degli anni '80 direttamente alla Sergio
Bonelli Editore per disegnare Martin Mystère; poi, alle soglie del nuovo millennio, viene
invitato a cimentarsi con un altro grande personaggio del fumetto
italiano, Diabolik, di cui disegna un remake de Il re de
terrore, e al quale tutt'oggi dedica parte del suo lavoro come
disegnatore.
Quello di Palumbo
è un talento davvero raro, che gli ha dato la possibilità di
collaborare con case editrici come Mondadori e Feltrinelli,
per essere poi addirittura pubblicato in Giappone dalla casa editrice
Kodansha; Palumbo ha realizzato fumetti in veste di
autore completo (Vorrei cantarti una canzone d'amore, Eterna
Artemisia, Uno si distrae al bivio) e disegnato storie di
autori come Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo. Ma
il suo esordio è di quelli che non si dimenticano. Così come
indimenticabile resta il personaggio che lo ha reso famoso: Ramarro,
il primo supereroe masochista.
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La prima apparizione di Ramarro nella short story Tosca la mosca. |
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Due splendide tavole di Ramarro tratte dalla storia La Vergine delle tempesta. |
E permettetemi di dire
che le ultime tavole de La Vergine della tempesta, a
distanza di quasi trent'anni, suscitano ancora una buona dose di
stupore, per la grazia artistica con cui furono realizzate. In quelle
tavole, e in tutte le altre racchiuse in questo epico volume
brossurato della Primo Carnera, c'è tutta la grinta iniziale
di un autore che negli anni si sarebbe imposto come uno dei migliori
nel panorama del fumetto italiano; un vero camaleonte artistico,
capace di stupire disegnando storie con i personaggi più popolari
del fumetto nostrano e arrivando a vertici tecnici altissimi, come
nella storia Miracoli
scritta da Massimo Semerano in cui Palumbo realizza delle
vignette degne di un vero fuoriclasse.
Una classe che Giuseppe
Palumbo ha sempre dimostrato, in un percorso intrapreso fin
da giovanissimo e che tutt'oggi continua grazie a una costante
ricerca di nuove soluzioni artistiche.
Ma credo che
l'intraprendenza con cui l'autore realizzò questo primo ciclo di
storie di Ramarro rimanga unica nel panorama del
fumetto italiano; quella magia artistica, quella fermezza che a soli
ventidue anni lo portò a disegnare come un collaudato professionista
con anni di carriera alle spalle sarà, forse, difficile ricrearla.
Verrebbe da dire: C'era
una volta il fumetto italiano... ma in realtà c'è ancora,
grazie ad autori come Onofrio Catacchio, Sebastiano Vilella
e altri che continuano a credere e ad amare il fumetto.
E come, naturalmente,
Giuseppe Palumbo che, con alle spalle una carriera
quasi trentennale, non smette mai di stupire e conserva ancora quella
straordinaria energia che sprigionava in quelle mitiche tavole del
suo personaggio più amato.
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Lo sguardo malefico di Ramarro. |
Curiosità
La prima apparizione di
Ramarro risale ad una short story intitolata Tosca
la mosca, pubblicata sulla rivista Tempi Supplementari.
Le avventure contenute
nel volume consigliato furono tutte pubblicate sulla rivista
Frigidaire dal 1986 al 1989 ad eccezione della prima
avventura, Il mio nome è Ramarro, pubblicata sulla
rivista Tempi Supplementari.
Giuseppe Palumbo
tornò a disegnare Ramarro su testi di Daniele
Brolli con le storie Seconda pelle e Doppelganger
entrambe pubblicate nel 1992 dalla rivista Cyborg. Mentre nel
1994 il personaggio ritorna in Ramarro nell'inframondo e nella
miniserie di quattro numeri Terre desolate disegnata da
Maurizio Rosenzweig.
Edizione Consigliata
Di certo non eccelsa,
visti i limiti della stampa negli anni '80, ma al momento è l'unica
che raccoglie questo primo ciclo di storie di Ramarro.
Introduzione al volume
consigliato di Giuseppe R. Ferri.
Altre edizioni
Come dicevo al momento
nessuna e sarebbe ora di dedicare una bella edizione a questo
surreale personaggio del fumetto italiano. Imperdibile comunque anche
il secondo volume sempre di Primo Carnera Edizioni, Ramarro
2, pubblicato nel 1991 in cui è possibile ammirare altre storie
di Ramarro.
La storia La
vergine della tempesta è stata pubblicata nel volume n. 28
della collana 100 anni del fumetto italiano pubblicato nel
2010 in allegato al Corriere della Sera.
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Da sinistra: il volume Ramarro 2 pubblicato da Primo Carnera. A destra: il volume 100 anni del fumetto italiano. |
Sì, Palumbo è un vero fenomeno. Tanto più che non ha nemmeno avuto una formazione artistica, essendo un archeologo! Tanto per fare il precisino ti ricordo che il suo esordio (fatti salvi passaggi sulla pagina della posta di Eureka) avvenne addirittura prima, su Totem intorno al numero 35. Come vincitore di un concorso per aspiranti fumettisti, ma comunque pagato e nemmeno poco per l'epoca (e forse nemmeno per oggi...).
RispondiEliminaTi confesso che non ho ricordi della stampa "non eccelsa" degli anni '80: il secondo volume di Ramarro non era stampato su carta patinata ma mi sembra che i problemi finissero lì, altro che gli scempi che si vedono oggi. Ma dovrei andare a rivedermi quei volumi.
Il secondo volume è meglio del primo a livello di stampa... il primo, nonostante il fascino di quei brossurati che adoro, ha qualche pecca tipo qualche fuori squadro del colore ma ripeto abbastanza normale visto il periodo. Ma intendiamoci: un volume assolutamente bello:)
EliminaSi l'esordio su Totem fu nel 1984 nella rubrica nuovi autori con una storia che come tratto ricordava vagamente Andrea Pazienza. Poi sempre in quell'anno venne invitato dal gruppo di Zio Feininger... il resto è storia.
Un caro saluto Luca e grazie come sempre.