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Splendida cover per il n. 27 di Ken Parker "C'era una volta". |
Conobbi
Ivo Milazzo
grazie agli albi a fumetti di Ken
Parker avuti in
prestito dal mio amico Luca
Bertelè e, devo essere
sincero, non mi fece una grande impressione: troppa sintesi per i
miei gusti da quindicenne con la passione per un disegno molto più
dettagliato, come per esempio quello di Claudio
Villa o di Michel
Blanc-Dumont.
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Ivo Milazzo, l'allora quindicenne Ned e Giancarlo Berardi durante il loro primo incontro a Lucca '90. |
Poi
arrivò Lucca '90 e lì conobbi la mitica super coppia che, a detta
di molti, aveva rivoluzionato il fumetto italiano con il personaggio
di Ken Parker, Giancarlo Berardi e, appunto, Ivo
Milazzo; in quel periodo
i due avevano creato la Parker Editore e stavano
ristampando tutte le storie di Ken nella famosa Ken Parker
Serie Oro. In quell'edizione di Lucca incontrai tutti e due gli
autori e comprai le prime storie di Ken. Ma questo l'ho già
raccontato nel post I libri di Giancarlo Berardi e il buon soldato Švejk
così come ho raccontato di come stringemmo amicizia con Berardi
e Milazzo
e di come gli stessi vennero a Lecce per trattare con un imprenditore
locale la possibilità di una linea di abbigliamento con il marchio
di KenParker.
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Ivo Milazzo in quella che era la mia stanza, sul mio tavolo da disegno intento ad autografare gli albi di Ken Parker. Lecce, novembre 1991. |
Da
Lecce Giancarlo Berardi e la sua compagna partirono dopo due
giorni, mentre Ivo e quella che al tempo era sua
moglie, Cristina, si trattennero altri quattro giorni.
Purtroppo
in quel periodo io mi trovavo a Roma per frequentare il primo anno
della Scuola Internazionale di Comics e non riuscii a godermi
a pieno questo disegnatore che ancora non stimavo granché, ma
iniziava a piacermi; apprezzavo soprattutto gli acquerelli delle sue
copertine di Ken. Durante il soggiorno a Lecce, Ivo
realizzò due illustrazioni originali e molto dettagliate di Ken
Parker che ogni fan vorrebbe avere, vista la rapidità (e la
ripetitività soprattutto) con cui Milazzo di solito disegna per il
pubblico durante le fiere; per me realizzò un bellissimo primo piano
di Ken Parker e un fantastico Ken a cavallo con
tanto di disegni a matita alla base.
Ecco
una cosa che mi colpì di Milazzo: le sue matite.
Belle, pastose, un insieme di tratti, segni e micro segni che
componevano il disegno. E devo dire che fu una bella lezione per me,
vista la mia convinzione che a un disegno sintetico corrispondevano
matite altrettanto sintetiche. Invece le sue matite erano molto
ricercate e soprattutto molto belle visivamente.
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Il bellissimo disegno realizzato da Ivo Milazzo in occasione della sua visita a Lecce, nel 1991. |
Sempre
durante il suo soggiorno a Lecce a Ivo venne un'idea
particolare: la stanza di mio fratello aveva una porta in legno
costruita da mio padre. Ivo chiese a mio fratello di
dargli qualche pennarello e disegnò sulla porta un primo piano di
Ken Parker insieme a Pat O'Shane, il
bellissimo personaggio che compare nei numeri dal 12 al 15 della
serie (ed ecco i titoli: La Ballata di Pat O'Shane, La
città calda, Ranchero! e Uomini, bestie ed eroi).
Era il 21 novembre del 1991 e Ivo Milazzo realizzò
questo “piccolo” disegno che adornò non poco la stanza di mio
fratello.
È
inutile dire che, in futuro, quella porta diventò mia dato lo scarso
interesse di mio fratello per i fumetti.
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Le bellissime matite di Ivo Milazzo: Ken Parker e Tiki. |
Vista
la mia assenza durante la visita di Milazzo a Lecce,
Ivo, la moglie e i miei genitori decisero di venire a
Roma per un weekend prima delle vacanze natalizie. Fu un'esperienza
bellissima e per quell'occasione mio padre si portò dietro la porta
(all'insaputa di Ivo) affinché Milazzo
la completasse.
A
Roma vivevo in una pensione sul Gianicolo. In quei due giorni
passammo tutto il tempo a parlare di fumetti, passeggiammo per Roma e
devo dire che Milazzo era di una simpatia contagiosa.
Ricordo che addirittura i miei fratelli (al tempo dei bambini) spesso
gli saltavano letteralmente al collo e lui, pazientemente, ci giocava
e scherzava. Gentilmente diede un'occhiata ai miei disegni e notò
che il mio stile puntava troppo sulla cura del dettaglio e poco sul
racconto; cercò di darmi vari consigli su come non esagerare con i
dettagli e mi esortò a concentrarmi di più sul racconto in quanto
il fumetto è soprattutto “raccontare con le immagini”.
Ma
il mio io sedicenne metteva al primo posto il disegno pieno di
dettagli e continuavo, stupidamente, su quella strada.
La
cosa più bella di quel weekend fu vedere Ivo Milazzo
all'opera nel completare la porta che aveva iniziato a Lecce. Vederlo
lavorare fu un'esperienza unica anche perché disegnare un Ken
Parker a figura intera con Pat
O'Shane dietro, su un compensato, usando come colori
una scatola di scarpe piena di pennarelli a spirito semi scarichi...
beh provateci voi. Il risultato fu all'altezza di un vero maestro del
fumetto. Vi sembrerà strano ma in quella porta, rivista oggi (un po'
scolorita dal passare degli anni) si può intravedere tutta la classe
di un grande artista.
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Ivo Milazzo all'opera: il grande maestro realizzò tutta l'opera in circa un'ora utilizzando, pennarelli giotto e carioca. Il talento non ha confini. |
Quando
ci congedammo lo feci con vero dispiacere, perché Ivo Milazzo
oltre ad essere un grande fumettaro era anche un uomo di bella
compagnia e dispensava ottimi consigli per la mia carriera di
aspirante fumettista.
Alla
fine di giugno del 1992 terminai il primo anno della Scuola
Internazionale di Comics, licenziandomi all'esame con il
massimo: 60/60, voto preso anche dal mio compagno di corso Alessandro Nespolino.
Ovviamente
mi pavoneggiavo per questo: insomma avevo preso il massimo e mi
godevo il mio momento di gloria. Ma il “bello” doveva ancora
venire.
Per
le vacanze estive partì con la mia famiglia in camper alla volta di
Genova, per far visita prima a Giancarlo Berardi e poi, il
giorno dopo, proseguendo verso Lavagna, per incontrare Ivo
Milazzo; fui molto contento di rivederlo.
Dopo
saluti e convenevoli mostrai orgogliosamente a Ivo il
mio book con le tavole dell'esame, pronto a prendermi i miei
complimenti. E lì arrivo il “bello” prima citato.
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Ogni occasione era buona per parlare di fumetti. Qui discuto con il maestro su un Nick Raider. Ivo ha sulle ginocchia il nostro cane Lilly. |
Mentre
sfogliava le tavole, Milazzo
aveva un'espressione seria, sembrava quasi dispiaciuto. Poi iniziò a
parlare, e mi disse che le mie tavole, di fumetto non avevano niente.
Per me fu uno shock. Intanto lui iniziò proprio ad arrabbiarsi
perché vedeva dettagli dappertutto: “Hai
perso tempo a disegnare uno per uno i mattoncini di un muro, a
mettere pieghe inesistenti sui vestiti e i personaggi sono privi
d'espressione...”
mi disse con tono serio e deciso. Io provai a ribattere, ma lui mi
azzittiva e mi ribatteva contro dicendo che questa non era la strada
giusta e che se volevo fare il fumettista dovevo tenere a mente che
stavo raccontando una storia e non che stavo illustrando una
cartolina. Ivo
spesso usava questo esempio delle cartoline, per indicare quegli
artisti che disegnano le vignette con gli stessi dettagli delle
cartoline.
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Vedere Ivo Milazzo all'opera è stata un a delle esperienze più belle della mia carriera artistica. |
Devo
essere sincero, per me fu una vera e propria “mazzata”, nel senso
che Milazzo riuscì a demolire le mie convinzioni (per
quanto possano definirsi convinzioni quelle di un sedicenne); ma per
me, col senno di poi, quella solenne “mazzata” fu il presupposto
di una rivoluzione artistica; Milazzo era riuscito a
generare un caos e una confusione dentro di me, spingendomi a mettere
in discussione le mie idee e le mie posizioni. Nel momento in cui si
verificava questo episodio, ci trovavamo nel suo studio, all'interno
della sua abitazione. Sulla scrivania alla quale abitualmente
disegnava giaceva il disegno a matita della copertina n. 3 di Ken
Parker Magazine “Ore d'angoscia” e credetemi se vi
dico che era splendida; il solito caos di segni a matita e
l'inchiostrazione essenziale realizzata con i pennarelli Pilot
resistenti all'acqua (Ivo poi avrebbe colorato il
disegno con l'acquarello).
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Le copertine di Ivo Milazzo rappresentano quanto di meglio realizzato per un fumetto seriale in Italia. Questa fu realizzata per il n. 39 di Ken Parker, "Odio antico". |
Da
poco era uscito il primo numero di KP Magazine; Milazzo
ci portò nell'altro suo studio dove lavoravano due artisti
emergenti: Pasquale Frisenda e Giuseppe Barbati. I due
artisti stavano lavorando alla seconda storia di KP Magazine,
“I selvaggi” e fu un privilegio vederli lavorare e ancora
di più vedere Ivo Milazzo “supervisore”
dell'opera. Ricordo, come se fosse ieri, le belle tavole a matita
realizzate da Frisenda e Barbati. Milazzo
si sedeva al tavolo e le supervisionava. Poi prendeva un gomma e
all'improvviso cancellava completamente un'intera vignetta e la
ridisegnava e, sinceramente, senza apparente motivo ai miei occhi
perché erano davvero belle. Ma ovviamente il maestro era consapevole
di quello che faceva.
Stare
nello studio di Milazzo e vederlo lavorare con Frisenda
e Barbati fu una bellissima esperienza: dopo il lavoro per Ken
Parker, Pasquale Frisenda avrebbe iniziato la sua
scalata nella Sergio Bonelli Editore che lo avrebbe portato
poi a disegnare Magico Vento e soprattutto Tex,
confermando il suo talento artistico per buona parte sicuramente
appreso nella bottega del maestro Milazzo. Giuseppe
Barbati (purtroppo recentemente scomparso) lavorò come matitista
in tandem con il disegnatore Bruno Ramella per Magico
Vento, Nick Raider, Shanghai Devil e la recente
miniserie Coney Island.
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Sceneggiatura di G. Berardi e tavola definitiva di I. Milazzo. Da Ken Parker n. 36, "Diritto e rovescio". |
Le
parole di Milazzo
continuavano a rimbombarmi dentro; quell'estate del 1992, di ritorno
dalla Liguria, incominciai a tenere a mente i suoi consigli;
realizzai delle tavole western e prima di ritornare a Roma per
frequentare il secondo anno della Scuola
Internazionale,
rividi Ivo
a Lavagna e lui osservò, con piacere questa volta, le mie tavole:
“Beh,
va già molto meglio...” mi
disse.
Da
quel momento in poi (ed è riscontrabile nelle tavole che realizzai
durante il secondo anno alla Scuola Internazionale) il mio stile fu
sempre più sintetico e incominciai ad avvicinarmi di più agli
autori che della sintesi avevano fatto un loro marchio di fabbrica:
Mike Mignola, Attilio Micheluzzi e, soprattutto, Alex Toth, oltre ad Ivo
Milazzo naturalmente, di cui ormai ero un fan accanito.
Dall'ottobre
del 1992 ebbe inizio anche la mia collaborazione con Jacovitti
e di conseguenza con Ivo ci perdemmo pian piano di
vista, ma ho sempre seguito la sua carriera con interesse; dopo Ken
Parker ci fu Magico Vento e poi il suo bellissimo
Texone “Sangue sul Colorado”.
Poi
le vite di ognuno di noi prendono le proprie strade. Ma il ricordo di
“quei giorni”, per citare una dedica di Ivo Milazzo
a tutta la mia famiglia, rimane per sempre. Senza la lezione di Ivo
Milazzo non avrei mai realizzato Ci vediamo domani e
tutt'oggi mi ritrovo a trasmettere i suoi consigli agli allievi dei
miei corsi.
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Splendida illustrazione per la cover di Glamour International Magazine n. 11. |
Ho
voluto condividere il mio personale ricordo di Ivo Milazzo
vista l'uscita in questi giorni dell'ultima storia di Ken
Parker, “Fin dove
arriva ilm mattino”. Ultimamente i nomi di Berardi e
Milazzo sono saltati alla ribalta in merito a questo evento e
sembra che la sintesi di Ivo Milazzo abbia subìto
un'evoluzione non gradita a molti.
In
una sua intervista di qualche anno fa, Milazzo ebbe a dire: “Per
essere un buon fumettista devi strutturarti e devi saper comunicare.
Se sei un bravo pittore o un bravo illustratore non per forza sarai
anche un bravo fumettista. Perché disegnare un fumetto non significa
necessariamente dover fare in ogni vignetta la Cappella Sistina,
bensì disegnare una vignetta funzionale a ciò che stai narrando: né
una linea di più né una di meno. E questo sia a livello grafico che
narrativo. Quello della sintesi è un discorso difficile, non lo
metto in dubbio...”.
Parole
sante, non ci sono dubbi. Ma al di là di questo, il segno di Milazzo
ha, forse, perso quell'incredibile magia artistica che si ritrova in
opere come Tom's Bar, Il respiro e il sogno,
Dove muoiono i Titani e in tanti capolavori che Milazzo
(sempre con il fido Berardi) ci ha regalato nel corso della
sua lunga carriera.
Sicuramente
il distacco tra i due ha penalizzato non poco i loro futuri lavori.
Non che “Sangue sul Colorado” oppure la serie a fumetti
Julia non siano lavori altamente professionali, ma a mio
parere mancano quegli “ingredienti” che hanno fatto di Ken
Parker un'opera rivoluzionaria sotto tutti i punti di vista.
Detto
questo l'importanza di un artista come Ivo
Milazzo
nel fumetto italiano è assoluta e indiscutibile. Giancarlo
Berardi,
durante il nostro incontro disse: “Ivo
è uno dei due o tre migliori disegnatori al mondo!” e
per lui parole di grandissima stima le ebbe anche il grande Galep:
“È
un artista magnifico, bravissimo, che con pochi segni riesce a
realizzare un'illustrazione così bella...” (riferendosi
alla cover di Ken Parker “Rosso sangue”) “...
anche i colori sono splendidi...”.
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“Milazzo è un artista magnifico..." parola del grande Galep. |
E
ovviamente tutta una serie di disegnatori come Pasquale Frisenda,
Bruno Ramella, Goran Parlov, Laura Zuccheri, il
bravissimo Luca Vannini, Werther Dell'Edera e tanti
altri sono “debitori” allo stile personalissimo di Ivo
Milazzo.
Un
disegnatore imprescindibile nella storia del fumetto italiano; e
personalmente fondamentale per la mia formazione fumettistica.
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Tavola da Il respiro e il sogno - Cuccioli, uno dei capolavori di Berardi e Milazzo. |
Bellissimo post, è sempre un piacere leggere questi ricordi e oltretutto hai fatto una splendida analisi dello stile di Milazzo e della sua evoluzione (e hai dimostrato una grande eleganza a segnalare che nell'ultimo Ken Parker "ha, forse, perso quell'incredibile magia artistica").
RispondiEliminaIo Blanc-Dumont lo adoro ancora, penso sia anche una questione di mercato a cui ti rivolgi oltre che di gusti personali. Il fumetto può essere un sacco di cose diverse...
Grazie Luca,
Eliminariguardo a Blanc-Dumont mi piace ancora soprattutto Jonathan Cartland... :)
Che dire dell'ultima storia di KP? Sinceramente da due autori così grandi e importanti forse è lecito aspettarsi di più... mi è sembrato un congedo un po' sbrigativo; la storia ha i suoi momenti toccanti e, per chi ha letto tutto e dico tutto KP ovviamente la sensazione di malinconia c'è... ma come dicevo, da due artisti simili ci si aspetta sempre il meglio...
Un bLog bellissimo Ned che seguo sempre perchè ricco di quelle notizie che non trovi facilmente,c'è una oesia nelle tue narrazoni la poesia dei grandi disegnatori del fumetto.......
EliminaTi ringrazio... è un po' che non aggiorno il blog ma spero di tornare a farlo presto:)
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