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Mondadori, 1998 (Italia, Il segno di Cruzado, 1980) |
"Io
scrivevo nei tempi morti, quando il lavoro d’ufficio me lo
permetteva. Forse per una questione d’imbarazzo, non sapevo se
esaltare la conquista o la resistenza degli indiani. Però ho sempre
preferito il western crepuscolare, perché già ti fa capire quali
saranno i vinti e i vincitori e personalmente sono più dalla parte
dei vinti, di quelli che devono sopravvivere."
(Sergio
Bonelli parlando de Il
segno di Cruzado)
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Aurelio Galleppini e Guido Nolitta/Sergio Bonelli. |
Ho
conosciuto Sergio Bonelli un paio d'anni fa, nella sua
redazione di via Buonarroti. Ma non volevo conoscere l'editore che ha
creato l'impero fumettistico capitanato da Tex Willer,
bensì ero curioso di conoscere l'uomo ma soprattutto lo
sceneggiatore. E non m'interessava conoscere colui che ha creato
personaggi entrati nella storia del fumetto italiano come Zagor
e Mister No, ma lo scrittore di
una particolare storia di Tex, creato dal padre
Gianluigi.
Quel
giorno andai nella redazione della nota casa editrice per conoscere e
stringere la mano all'uomo che aveva scritto Il segno di
Cruzado.
Sergio Bonelli aveva un modo di fare diverso da suo padre. Mentre Gianluigi Bonelli era un uomo che amava la forza fisica, affascinato dalla conquista e dall'eroe che esce vittorioso alla fine di ogni avventura, il figlio Sergio si schierava con i deboli e i perdenti e pertanto veniva affascinato di più dal popolo dei nativi. Ed è infatti proprio questa consapevolezza a caratterizzare questa storia bellissima, piena di violenza e amarezza.
Sergio Bonelli aveva un modo di fare diverso da suo padre. Mentre Gianluigi Bonelli era un uomo che amava la forza fisica, affascinato dalla conquista e dall'eroe che esce vittorioso alla fine di ogni avventura, il figlio Sergio si schierava con i deboli e i perdenti e pertanto veniva affascinato di più dal popolo dei nativi. Ed è infatti proprio questa consapevolezza a caratterizzare questa storia bellissima, piena di violenza e amarezza.
Una
storia che incomincia bene, con una visita al villaggio Navajo
da parte di alcuni Paiutes capitanati da una giovane testa
calda, Cruzado, che
vuole guidare il popolo rosso nella rivolta indiana contro il popolo
bianco fregandosene dei vari trattati di pace. Tex
proverà a farlo ragionare ma Cruzado,
umiliato anche per aver perso con Aquila della Notte (il nome
indiano di Tex, capo
della tribù dei Navajo)
una gara di abilità, riuscirà a far leva su alcuni giovani e
influenzabili indiani Navajo e a iniziare a lasciar dietro di
se una lunga scia di sangue e violenza.
Tex
cercherà di fermarlo anche per evitare l'intervento dell'esercito;
ci riuscirà ma il prezzo di quest'amara vittoria sarà veramente
alto.
Chi
è abituato a leggere le avventure del più famoso ranger del
fumetto, sa che ogni avventura e coronata da una vittoria
schiacciante dell'eroe. In Tex e il segno di Cruzado
invece non ci sono né vincitori né vinti ma solo un eroe diviso in
due: fermare Cruzado
significa fermare anche quei giovani e incoscienti Navajo che
l'hanno seguito e sconfiggerli vuol dire ucciderli.
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Uno dei momenti più drammatici e allo stesso tempo toccanti della storia. |
E'
proprio quando tutto sembra finito, quando l'eroico ranger riesce a
fermare Cruzado e recuperare i Navajo superstiti per
riportarli a casa che Sergio Bonelli e Aurelio
Galleppini ci fanno vivere l'angosciante viaggio di ritorno
che vedrà la morte di altri Navajo a causa della follia
dell'uomo bianco, in quest'odissea senza fine dove non sembra esserci
una via d'uscita.
E
anche il lettore, coinvolto da quest'intensa avventura, dentro di sé
vive un conflitto che razionalmente lo porta a voler vedere Tex
schiacciare senza pietà gli indiani ribelli di Cruzado, ma
dall'altra non esclude la consapevolezza di un popolo da sempre
offeso, umiliato, sterminato dall'uomo bianco e per questo rancoroso
nei confronti di questo.
Una
storia per molti versi davvero unica, in cui Sergio Bonelli
da il via libera a una sequenza di azioni ed emozioni perfettamente
accompagnate dai disegni del grandissimo Galep che,
anche in quest'opera, dimostra la sua perfetta sintonia con l'eroe
che lui stesso ha contribuito a creare.
Nel
corso di oltre sessant'anni di avventure, Tex ,con le
sue eroiche gesta è riuscito a emozionare intere generazioni che per
tutto questo tempo ne hanno decretato un successo senza precedenti
nell'editoria europea.
Sergio
Bonelli, al
tempo Guido Nolitta,
diede il suo notevole contributo al successo di Tex con
poche ma memorabili avventure (basti pensare a El
Muerto che, secondo un sondaggio realizzato nel
1981 dalla stessa casa editrice, fu la storia più amata dai
lettori).
Ma
Tex e il segno di Cruzado rimane uno dei suoi
capolavori, forse il mio Tex preferito (tant'è che Galep
mi diede il permesso di fotocopiarmi alcune sue tavole originali
tratte proprio dalla storia di Cruzado), un'opera dove al
classico eroismo fatto di duelli, scazzottate, si contrapponevano
sentimenti come l'amarezza, il perdono, la sconfitta e l'umanità.
Quell'umanità
che ha sempre contraddistinto la sua vita di uomo, scrittore ed
editore.
Curiosità
La storia di Nolitta e Galep fu anche sottoposta a censura. Dopo che Cruzado abbandona la riserva Navajo portandosi dietro alcuni di loro, vediamo arrivare Kit Carson stanco, stravolto, febbricitante e aggressivo avvisare Tex delle barbarie compiute dal ribelle indiano. Per tutta risposta il ranger molla un cazzotto all'amico unicamente (come spiegherà Sergio Bonelli in uno dei suoi editoriali) per calmarlo. Ma la sequenza non fu mai pubblicata.
Edizione consigliata
Altre
edizioni
la più recente riproposta di questa storia è avvenuta nei volumi n. 101 e 102 nella ristampa a colori delle avventure di Tex a opera del quotidiano La Repubblica. Per chi volesse leggerlo nell'edizione originale, i numeri di Tex in cui compare la storia vanno dal 242 al 245.
Oltre 300: degli stessi autori non perdere...
Bellissima recensione di una delle mie storie preferite del ranger, ingiustamente sottovalutata, e addirittura odiata da alcuni lettori...
RispondiEliminaComplimenti! :)
assolutamente tra le più belle e per me la più bella di Sergio Bonelli moto più della santificata El Muerto... è una storia che divide a metà, forse per questo è odiata, perché pone il dito nella piaga: un ranger capo indiano contro i suoi stessi fratelli... un capolavoro.
RispondiEliminaHo scoperto che è anche piuttosto criticata. Probabilmente perché non c' è il Tex che tira cazzotti a manetta, dice frasi fatte che più fatte non di può, dialoghi ridondanti ecc... intendiamoci, a me il Tex di Bonelli senior piace, però mi piace anche quest' autorialità di Nolitta che non si limita a fare il compitino.
RispondiEliminaRiguardo la famosa scena del pollo Tex è il solito Tex che fa fare una figuraccia all' avversario. Comunque sono stupito nel leggere che Tex sottovaluti Cruzado. Semplicemente non era stato avvisato a dovere della situazione. La colpa sarebbe più di Kit, ma vabbé.
Trovo curioso che sia acclamata più "El muerto" dove con tutto il rispetto il 90 % della storia la fa il personaggio pittoresco.
Mi piacciono gli scenari, le riflessioni, le scene d' azione... il fatto che tutto inizi anche con un gioco e si trasformi in tragedia. Ogni tanto questa autorialità in Tex secondo me ci vuole nel marasma di storie simili e dialoghi ed esclamazioni ripetuti fino allo sfinimento.
"forse per questo è odiata, perché pone il dito nella piaga: un ranger capo indiano contro i suoi stessi fratelli... un capolavoro."
Anche probabilmente!
Ciao Francesco,
Eliminagrazie di aver visitato il mo blog. Diciamo che si tende a preferire storie, come hai detto tu giustamente, più convenzionali... A mio parere Cruzado è una storia che pone il dito nella piaga; chi l'ha letta, mi ha detto che si è sentito diviso a metà... e questo vuol dire che Sergio Bonelli, nello scriverla, ha colpito il lettore offrendogli una storia inusuale, toccante, violenta e sarebbe stata anche il topo della provocazione se non avessero censurato il pugno di Tex a Carson... Ma va bene così.
Sicuramente nessun confronto con El Muerto; per carità bella storia e bei disegni ma il confronto con Cruzado non regge.
A presto e grazie:)
Caspita! Fin' ora avevo visto immagini solo di Galep anzianotto. Fa un po strano vederlo giovane. Così come il Sergione. ^^
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