“Ho
vissuto e combattuto per tanto tempo, finché una scheggia di granata
vicino al cuore mi ha costretto a mettere questa piastra pettorale,
costringendomi a diventare Iron Man... Ma non credo che tutto questo
mi abbia reso cosciente della mia stessa mortalità...”
(Tony
Stark)
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La forza di Iron Man nell'essenziale ma energico tratto di John Romita Jr. |
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John Byrne e John Romita Jr. |
Non
dev'essere facile essere un figlio d'arte. Dev'essere come
trascinarsi dietro un gran fardello per tutta la propria carriera, un
fardello da cui non riesci a liberarti o che gli altri sono sempre
pronti a ricordarti.
Di
esempi del genere il cinema e la musica sono pieni; nel fumetto,
invece, ce ne sono molti meno. Penso a Sergio Bonelli, figlio
di Gianluigi Bonelli, che se l'è cavata egregiamente e forse
anche a Massimo De Vita, figlio del bravissimo e dimenticato
Pier Lorenzo.
Ma
se proprio devo pensare a un disegnatore di fumetti figlio d'arte,
allora posso fare un solo nome: John Romita Jr.
Proprio
lui, il figlio di John Romita Sr., ovvero l'artista che più
di tutti ha rinnovato l'Uomo Ragno e che senza dubbio ancor
oggi risiede nel ristretto Olimpo del comics supereroistico insieme a
“Big” John Buscema, Neil Adams e naturalmente Jack
“The King” Kirby.
Capirete,
quindi, l'enorme peso che deve aver sentito su di sé il giovane John
quando decise di seguire le stesse orme paterne. Chiunque, come lui,
l'avrebbe sentito, inutile negarlo. Sulla carta il giovane Romita
non aveva solo un cognome ingombrante ma anche un nome
identico a quello del noto genitore; eppure John Jr. è
stato un uomo acuto, si è mosso in modo intelligente ed è stato
molto bravo: è riuscito a staccarsi completamente dal modo di
disegnare del padre, creando uno stile tutto suo, nuovo, fresco,
dotato di una sintesi inusuale per i comics fatti d'eroi con super
poteri.
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Laser contro Iron Man in una delle tante belle sequenze realizzate da John Romita Jr. |
Dopo
l'esordio nel 1977, Romita Jr. si afferma proprio grazie
all'Iron Man scritto da David Michelinie, per poi
raggiungere il culmine
della sua abilità prima su Amazing Spiderman, poi con il
bellissimo Devil: L'uomo senza paura scritto da Frank
Miller; continua poi disegnando alcuni tra i principali
personaggi Marvel, fino a diventare senza alcun dubbio il disegnatore
simbolo degli anni '90.
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Una delle sequenze finali della saga. |
In
questo bel volume intitolato Lampi di guerra,
assistiamo a uno dei momenti migliori dell'intera storia editoriale
di “Testa di ferro”, in cui il talento di questi due
autori non conosce confini. Siamo all'inizio degli anni '90 e Byrne
ha da poco rinvigorito un personaggio come Superman,
limitandone in parte i poteri e facendolo apparire molto più umano e
vulnerabile.
Anche
con Iron Man l'autore inglese ci presenta un supereroe
più vicino all'uomo, con tutte le sue debolezze e incertezze ma che
non demorde davanti alle difficoltà, che riesce a vincere i suoi
nemici, anche grazie all'aiuto dei compagni più fidati. Questi
nemici che, grazie ai disegni di John Romita Jr.,
restano impressi nella memoria del lettore; come Titanium, una
sorta di gigantesco “Iron Man” sovietico, il Laser
Vivente alias Arthur Parks, folle scienziato che innesta
dei laser all'interno del proprio corpo, i gemelli Desmond e
Phoebe Marrs, due magnati della finanza che cercano di
distruggere l'eroe creato da Tony Stark e Fin Fang
Foom, il dragone orientale che Byrne genialmente
ripesca tra i nemici passati di Iron Man, a cui Romita
Jr. dedica alcune delle tavole più belle e maestose di
questa saga. Una saga che per metà è dominata dal nemico più
famoso del nostro eroe, il
Mandarino, di cui seguiamo in parallelo la personale vicenda di
conquistatore della Cina, paese immenso che, braccato dal dominio
proprio del Mandarino, si vedrà costretto a chiedere aiuto al
solo eroe capace di aiutarlo.
Duecento
intense pagine che si leggono avvertendone tutta la drammaticità ma
che, sopra ogni cosa, si guardano con stupore, ammirando un
supereroe che, per lo stile con cui è disegnato, si stacca
nettamente da un genere da sempre contraddistinto per un eccessivo
virtuosismo artistico.
Nei
disegni di Romita Jr. assistiamo infatti a un ritorno
all'essenziale, fatto di pochi ma decisivi tratti che delineano
perfettamente i personaggi e privi di quell'esplosione energica
tipica di un fumetto d'azione; le sequenze delle battaglie si
alternano a quelle dedicate all'introspezione con un ritmo perfetto,
come se da una sinfonia di Mozart si passasse a un pezzo hard
rock senza rischiare distrazioni, anzi restandone sempre più
avvinti.
Tutto
questo accadeva più di vent'anni fa; anni indimenticabili per il
fumetto americano.
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Iron Man - Lampi di guerra mette in evidenza il potere ma anche la debolezza di Tony Stark. |
Curiosità:
L'intera saga in originale era intitolata Armon Wars II. Il
titolo del volume consigliato Lampi di Guerra fu scelto
dalla Marvel Italia per l'edizione Italiana. È suddivisa in
nove capitoli.
Byrne
ha voluto che il nome di John Romita Jr. fosse posto
prima del suo in quanto riteneva che gran parte della riuscita
dell'opera fosse per merito del giovane artista.
I
disegni di Romita Jr. sono inchiostrati da Bob
Wiacek; il disegno in copertina del volume consigliato è di Mark
D. Bright.
Altre
edizioni: in volume, che mi risulti, oltre a quella consigliata,
non ve ne sono. Tuttavia la saga può essere anche recuperata nei
vecchi volumi Play Press.