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Kappa edizioni, 2010 (Svizzera, Pilules Bleues, 2001) |
“...
Si insomma... certo che la tua domanda è stupida! “perché mi
ami?” neanche fossimo in Piccole Donne!...
“ehilà!...
il mio bel guerriero insensibile ha indossato la sua corazza!...”
(dialogo
tra Frederik e Cati)
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La paura del virus, incarnata da un maestoso rinoceronte, incombe nella vita di Frederik e Cati. |
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Frederik Peeters |
Non
sono un grande fan degli autobiografismi a fumetti. Oddio, alcuni
sono semplicemente splendidi; penso a Maus
di Spiegelman,
Verso la tempesta di
Eisner,
Pompeo
di Pazienza
e qualche altro titolo che ora mi sfugge. Devo dire però che
prediligo il fumetto di pura fantasia, che, se anche parte da uno
spunto autobiografico, si sviluppa successivamente in maniera del
tutto fantasiosa.
Appena
finito di leggere Pillole
Blu ho subito capito di
trovarmi di fronte a uno dei migliori fumetti del nuovo millennio, un
fumetto che resterà vivo nella memoria del lettore, ma soprattutto
un fumetto che ogni essere umano dovrebbe leggere.
In
questo fumetto si parla di AIDS, e già la sola sigla fa paura, ma
non vi aspettate i soliti patetismi o situazioni strappalacrime
perché questa storia è tutt'altra cosa.
Pillole
Blu è una bellissima
storia d'amore che un talentuoso artista di nome Frederik
Peeters è riuscito a
raccontare con tenerezza, armonia e ironia e con la consapevolezza di
chi veramente vive certe emozioni.
Frederik
ama Cati,
una ragazza sieropositiva con figlio a carico, sieropositivo anche
lui; ecco quindi che il nostro protagonista s'immerge in una realtà
a lui del tutto sconosciuta, ma consapevole di ciò che vuole fare:
amare con tutto se stesso la dolce Cati;
nello stesso tempo, però, il nostro protagonista è anche dubbioso
circa i rischi di una simile relazione, rischi che ci racconta in
prima persona attraverso le sue emozioni. Emozioni vere e autentiche
così come è autentico il suo amore per Cati,
nel volerla sostenere nei momenti di sconforto e nel prendersi cura
del figlio di lei cercando di instaurare con il piccolo una relazione
paterna che non sfoci in un confronto con il vero padre.
Leggendo
Pillole Blu
emerge la leggerezza con cui Peeters
racconta tutto questo, passando da situazioni di ordinaria routine di
coppia (i due che dialogano nel letto) a situazioni oniriche (la
lunga sequenza di autoanalisi con il mammoth) e divertenti: da
ricordare la sequenza in cui Frederik
si reca dal medico per chiedere informazioni sui rischi che una
simile relazione può comportare; e quando il medico lo rassicura
sghignazzando sotto il naso è impossibile non cogliere il
messaggio rivolto alle nostre paure ma soprattutto ai tanti
pregiudizi che questo virus ha contribuito ad accentuare.
Un'opera
poetica e coraggiosa, che mette a nudo le sensazioni dell'artista e
che non sfocia mai nel banale e nel sentimento gratuito, riuscendo a
essere altresì un viaggio emozionale fatto di parole, gesti,
incomprensioni, paure, ombre ma soprattutto un viaggio accompagnato
dall'amore dei due protagonisti: tenerissimi quando si lasciano
trasportare fantasticamente su un divano nell'immensità dell'oceano
quasi a volersi isolare da un mondo in cui lo spettro del virus è
sempre in agguato, un'ombra che cerca di oscurare la storia, una
malattia che si pone quasi come un elemento stesso del loro rapporto
senza mai riuscire a comprometterlo proprio grazia all'armonia e alla
forza di Frederik
e Cati.
Armonia
e forza espressiva che si riscontrano anche nel tratto di Peeters,
nelle sue pennellate morbide e fluide che delineano volti e paesaggi
donandogli una forte carica emotiva ed espressiva che ritroveremo nel
successivo e splendido Lupus
e negli altri lavori futuri in cui l'artista manterrà un livello
artistico eccellente.
Citando
le parole di Ettore
Gabrielli: “Se
pensavate che la Svizzera
producesse
solo cioccolatai e orologiai, dovrete ricredervi leggendo questo
volume di grande carica emotiva e di gran fumetto.”
Senza
dubbio uno dei capolavori del nuovo millennio.
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"Mio bel guerriero insensibile... Hai indossato la tua corazza?" Cati e Frederik. |
Curiosità:
Frederiks Peeters a proposito della sua opera: “Ho
deciso di affrontare le Pillole blu dopo un libro […] lungo e
pesante, e alla fine il mio disegno si era ‘raffreddato’ perché
avevo dimenticato di disegnare con le mie emozioni interne. Per
ritrovare queste sensazioni ho quindi deciso di divertirmi a
raccontare qualcosa di più vicino a me, obbligandomi a lavorare
senza
sceneggiatura
e senza
matite.
All’inizio era giusto per fare un’esperienza nuova. Ma la mia
vita affettiva era abbastanza complessa, e mi sono reso conto che
questo esercizio sollevava diverse domande e voglie… […]. Ogni
pagina e ogni pensiero assomigliavano ai gradini di una enorme scala.
Senza che nemmeno me ne rendessi conto”.
Altre
edizioni:
la Kappa
Edizioni
ha pubblicato Pillole
Blu
per la prima volta nel 2005 in un'edizione praticamente identica a
quella consigliata.
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