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Image Comics, 1998 (USA, The complete classic adventures of Zorro, 1958) |
“Alex
Toth è il più grande disegnatore del mondo.”
(Giancarlo
Berardi in Ken Parker - La terra degli eroi, 1995)
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Toth: il geniale uso della silhouette. |
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Un giovane Alex Toth negli anni '50. |
Quando
decisi di realizzare “300” ero consapevole che
avrei avuto a che fare con autori e artisti di grande talento:
eccelsi talvolta nella tecnica, talvolta nello stile, alcuni
bravissimi, altri semplicemente sublimi, insomma, parliamoci chiaro,
in oltre cento anni di comics i grandi artisti di certo non mancano.
Naturalmente
la domanda che ci poniamo è sempre una: si può decretare l'eletto,
colui che è il più grande di tutti? Onestamente non credo proprio.
Potrei
dire Herriman, ma poi mi domanderei se non sarebbe stato più
giusto scegliere Kelly o
Watterson. O potrei dire Caniff, pentendomi di non aver
prediletto Raymond, Kirby, Breccia o Eisner.
O forse Tezuka, considerato il Dio dei manga? In realtà
bisognerebbe fare anche una distinzione: miglior disegnatore, miglior
sceneggiatore, miglior autore completo. Ma questa distinzione non
aiuta, anzi, rende la scelta ancora più ardua.
Però
voglio azzardare. Voglio azzardare e scommettere su un artista che è
stato un vero innovatore, che ha influenzato e continua imperterrito
a influenzare tutti noi artisti, ancora oggi, forse più di prima. Se
devo giocare d'azzardo lo faccio e dico che Alex Toth è
il più grande disegnatore di fumetti che i comics abbiano mai avuto.
E non stupitevi se non ho menzionato un nome tra quelli fatti prima;
Herriman rappresenta senza dubbio la massima espressione
poetica dei comics, così come Raymond e Caniff divisero
l'America con i loro stili, e Kirby rimane insuperabile quando
si tratta di eroi in calzamaglia e super poteri.
Alex
Toth è un artista che ha disegnato praticamente di tutto:
dagli adattamenti di noti telefilm americani agli storyboard per
Hanna e Barbera; dalle sue splendide reinterpretazioni di
super eroi come Conan, Batman,
Black Canary e via dicendo ai
generi fumettistici più svariati come il western, l'horror, il
giallo, l'action, l'avventura, il rosa, la fantascienza. E la cosa
che davvero sorprende di quest'artista è l'innovazione artistica
apportata di continuo e visibile in ogni storia da lui realizzata.
Per Toth non credo fosse importante a chi fosse
indirizzato il fumetto; lui per ogni tavola sfoderava nuovi stili,
nuove trovate grafiche e compositive, inquadrature mai viste prima e
naturalmente la sua grande arma, quella che gli rende a pieno titolo
lo scettro di miglior disegnatore: la sintesi.
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Il dinamismo, l'azione e il sorprendente uso dell'inquadratura, hanno fatto di Toth il disegnatore più studiato. |
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Un'illustrazione di Zorro realizzata da Toth negli anni '90. Segno e ombre impeccabili. |
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Bianco e nero: uno dei tanti biglietti da visita del grande artista americano. |
Certo
il lettore ragazzino non poteva rendersi conto di avere qualcosa di
epico e unico tra le mani ma basterebbe sfogliarlo oggi per rendersi
conto del lavoro realizzato da Toth. E i testi non sono
altro che un di più, perché credetemi, Zorro
disegnato da Toth si divora unicamente con gli occhi.
Sembra di essere sul set di un grande film ma con un qualcosa che il
cinema non riesce a dare. Le caratterizzazioni dei personaggi sono
davvero splendide, a cominciare da Don Diego de la Vega
modellato sul volto di Williams e a quella del paffuto
Sergente Garcia fortemente espressivo sotto il segno di Toth.
Credetemi,
quando sfoglierete questa raccolta, tenendo a mente che fu realizzata
tra il 1958 e il 1961, probabilmente capirete perché Toth
è il disegnatore più amato dagli addetti ai lavori e, incredibile a
dirsi, il più sconosciuto al grande pubblico italiano.
In
Italia, a parte qualche storia breve pubblicata da Mondadori,
Comic Art e KP Magazine, nessun volume è stato mai
dedicato ad Alex Toth, morto nel 2006 mentre lavorava
chino sul suo tavolo da disegno. Forse sarebbe ora di rimediare e di
far conoscere sul serio il suo lavoro.
Nelle
mie esperienze d'insegnamento nei vari corsi e scuole del fumetto
usavo spesso far copiare le tavole di Toth agli
allievi, cercando di fargli carpire il tratto ma soprattutto la sua
geniale sintesi.
"Elimina
quello che è superfluo e non necessario, rendi tutto credibile e
impara come una cosa è costruita; e non avrai difficoltà a
disegnarla".
Parola
di Alex Toth, il più grande di tutti.
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Un mirabile esempio della sintesi di Toth: segno modernissimo contrapposto a fluide pennellate e neri pieni. |
Curiosità:
I testi delle avventure di Zorro
disegnate da Toth
sono di Eric
Freiwald e
Robert Schaefer
e perlopiù si rifanno alle storie del vecchio serial televisivo
targato Disney.
Man
mano che le storie di Zorro vanno avanti, come nella storia breve
Little Zorro, il tratto di Toth raggiunge un livello di
sintesi fantastico; grazie anche al piccolo protagonista che nei
pennelli di Toth acquista grande espressività.
In
origine, prima di Toth, a disegnare le avventure di
Zorro fu chiamato Hugo Pratt il quale declinò
l'offerta.
Introduzione
al volume di Howard Chaykin.
Altre
edizioni: Beh, quella consigliata è a opera della Image
Comics: è fatta bene, buona stampa ed essendo in lingua
originale si trova quasi unicamente su internet o nelle fumetterie
specializzate in fumetti d'importazione. Sempre la Image aveva
già realizzato un paio di volumi con l'opera completa e sempre con
l'introduzione di Chaykin.
In
Italia, negli anni '90, la Disney pubblicò in quattro albi
seriali sul tipo bonelliano le avventure di Zorro disegnate
dal grande artista americano, a colori con le cover
realizzate da Marcello (disegnatore della Bonelli) e con una
stampa che peggio non poteva essere usata per svalutare il disegno
del grande artista.
Raccomandazione
importante: Toth va gustato in bianco e nero.
Condivido in pieno le considerazioni su Toth per la sapiente sintesi strutturale della figurazione e nella capacità di comporre tagli innovativi delle inquadrature conferendo espressioni che hanno del magico, sia nella singola vignetta che nel fluire di esse. Divergo solamente su Raymond e Caniff: non hanno solo diviso l'America, ma hanno rappresentato nel mondo intero due modelli diversi di riferimento per tanti. Raymond, con il suo realismo quasi "preraffaellita", Caniff, per l'espressionismo del suo linguaggio. Entrambi hanno influenzato generazioni intere di disegnatori nel mondo.
RispondiEliminaConcordo in pieno Nestore... Quando tengo un corso a fumetti e parlo della storia dei comics faccio sempre riferimento a questi due mastri usando più o meno le tue stesse parole...
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