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Milano Libri Edizioni, 1975 (Italia, Cocco Bill, 1957) |
“Una
camomilla al ragù e panna”
“Ah!
Ah! Chiede camomilla! Il figlio di mamma colla boccuccia sporca di
latte ha preso il saloon per un asilo infantile...”
“Il
figlio di mamma t'appioppa questo al ghigno!” (tirandogli un
calcio)
“Un
42 in faccia non me l'ha piazzato mai nessuno!”
(dialogo
tra Cocco Bill e un balordo)
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Duello tra il Cocco e Peter Zing. |
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Un giovanissimo Jacovitti. |
Il
western all'italiana nasce il 28 marzo 1957 con la prima entrata in
scena di Cocco Bill. Successivamente è stato
sviluppato, ampliato e definito da Sergio Leone e compagnia
che ne hanno fatto un genere amato e imitato in tutto il mondo; ma fu
Benito Franco Jacovitti ad iniziare, ideando una
frontiera americana cosparsa di salami nostrani e fatta di eroi e
brutti ceffi che tracannano alcool dai fiaschi di vino toscani e
mangiano spaghetti al pomodoro.
E
fu proprio l'eroe più famoso del grande artista molisano ad
accompagnare un'intera generazione di italiani, cresciuti leggendo le
avventure di Cocco Bill, il cowboy che beve solo
camomilla e che spara meglio di Wild Bill Hickok e Buffalo
Bill messi insieme, che si aggira per tutto il “far uest”
sistemando i peggiori fuorilegge e raccogliendone gli onori insieme
al suo fido cavallo Trottalemme.
A
soli 34 anni e con all'attivo oltre150 storie a fumetti realizzate
nell'arco di neanche vent'anni, Jacovitti, in quel
lontano 1957, dà una svolta alla sua carriera creando un personaggio
per molti versi unico nel panorama del fumetto italiano e non, che
accompagnerà la sua vita artistica fino al 1997, anno della sua
morte. Jacovitti disegnerà Cocco Bill
in ogni decennio, dagli anni '50 fino agli anni '90, producendo oltre
70 avventure del suo eroe; tantissime, se si pensa che
contemporaneamente realizzava altre storie a fumetti, oltre a disegni
per la pubblicità, l'illustrazione e le mitiche vignette del diario
Vitt.
Personalmente
ritengo che la massima creatività stilistica e narrativa del grande
Jac sia da riconoscere nel lavoro svolto durante il
ventennio che va dall'inizio degli anni '50 fino all'inizio degli
anni '70: in questi anni, Jacovitti sfodera in sequenza
una serie di personaggi del calibro di Tom Ficcanaso, Zorry
Kid, Gionni Galassia, Gamba di Quaglia, Jack
Mandolino e via dicendo, protagonisti di storie incredibili, veri
e propri capolavori di comicità demenziale unita ad a un surrealismo
che avrebbe fatto di Jacovitti il più geniale
fumettaro comico europeo.
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La prima, mitica apparizione di Cocco Bill nell'omonima avventura del 28 marzo 1957. |
Naturalmente
con Cocco Bill il suo genio raggiunge la massima
espressione e in particolare in questa splendida raccolta, che
racchiude il primo decennio di vita di Cocco Bill, si
rimane stupefatti di fronte a tanta grazia artistica.
Vignette
dense di dettagli, un linguaggio verbale fatto di parole spesso
modificate, a simulare una pronuncia clownesca, un disegno che sarà
fonte d'ispirazione e di imitazione di tutta una generazione di
fumettari; questi sono gli ingredienti che lo stregone Jacovitti
mescola nel suo prodigioso calderone; e il risultato è pura
magia visiva, compositiva, narrativa, qualcosa che una volta letto si
può e si deve rileggere all'infinito, perché non si corre mai il
rischio di stancarsi di fronte a storie come Il sergente Cocco
Bill, Cocco Bill in Canada, Kamumilla
Kokobì e Cocco Bill e la revolucion. Storie
che ancora oggi non hanno perso un minimo di freschezza e
originalità; storie che riescono a far divertire fino
all'inverosimile; storie dense di personaggi carichi di
un'espressività non solo facciale; storie con un livello di
inventiva generato da un'illimitata fantasia orale; storie
intoccabili, di cui essere gelosi con la stessa forza con cui si può
esser gelosi per ciò che vi è più caro. E se non credete alle mie
parole forse dovreste credere a quelle di Michele Mari che nel
suo capolavoro letterario Tu Sanguinosa infanzia, rivolgendosi
al figlio che deve ancora nascere, gli dice: “...
Ma questi giornalini, Filippo, sono impartecipabili, sono il fiore
della mia infanzia, capisci, dunque sono la mia essenza, se me li
togli mi uccidi, toglimi la Divina Commedia, toglimi Moby Dick oppure
prendi Aulo Gellio, tutta la Loeb, vuoi il Battaglia? Vuoi i Rerum
Italicarum Scriptores, il Ramusio?
Ma
non chiedermi Kamumilla
Kokobì, non chiederlo
mai...".
E
le storie di Cocco Bill rappresentano un viaggio
interminabile, di cui vorrete essere gli unici viaggiatori; perché
possiamo leggere Calvin e Hobbes innamorandocene, Charlie
Brown intenerendoci, Arcibaldo divertendoci, ma quando
leggiamo Cocco Bill, quando lo vediamo addormentarsi al chiaro
di luna su un'amaca sorretta dalle gambe del fido Trottalemme,
quando lo vediamo gustarsi una camomilla menando qualche malefico e
ingenuo sgherro, quando lo vediamo a tu per tu con un puma che non
“pumerà” più allora comprendiamo con innegabile
chiarezza l'importanza di possedere queste prime avventure di Cocco
Bill.
“Ma
tu non sai nulla” continua
Michele Mari “nulla di
nulla, che ne sai tu dell’Album de Il Giorno n. 7, uscito nei primi
giorni del luglio del 1962? Si intitolava Kamumilla
Kokobì, e ho detto tutto.
Kamumilla Kokobì…
Più o meno qualcosa come l’Iliade…”
Del
resto Jacovitti è un Omero del fumetto; e la
sua Iliade è rappresentata da Cocco Bill.
Curiosità
Per creare Cocco Bill Jacovitti dichiarò in un'intervista (rilasciata a L. Boschi, L. Gori e A. Sani e contenuta nel volume Jacovitti) d'essersi ispirato alle vecchie parodie western interpretate da Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. Il nome Cocco Bill fu scelto da Jac perché “suonava bene” e in qualche modo ricordava l'espressione cocco bello.
Nelle
prime storie il cavallo di Cocco Bill è senza nome:
solo alla fine degli anni '60 verrà denominato Trottalemme.
Edizione
Consigliata
Eccellente
e accurata prefazione del giornalista e autore teatrale Alberto
Perrini.
Altre edizioni
Lo sai che c'è una storia di Hunt Emerson ( pubblicata du Grateful Dead Comix ) dove i disegni sono palesemente ispirati , x non dire plagiati da Cocco Bill ?
RispondiEliminaNo, non lo sapevo... Potrebbe essere un omaggio cmq.. anche perché Jac aveva tantissimi colleghi ammiratori sparsi per il mondo...
EliminaGià , però devo fare ammenda perchè ( ho controllato ) non mi rammentavo che il disegnatore in questione si chiamava Frank Gresham , mai + visto ...
RispondiEliminanon l'ho mai sentito neanch'io sinceramente... :)
EliminaIl volume di Stampa Alternativa, "Il Giorno di Cocco Bill", e` una integrazione al volume "Cocco Bill -
RispondiEliminaMezzo secolo di risate western", sempre dello stesso editore