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Bogdan Bajalica, ideatore dell'orologio "L'ora di Jacovitti", con il maestro. |
Fu così che Jac ebbe una
bella ripresa artistica ed editoriale: il suo bellissimo 'Pinocchio'
venne rieditato da Stampa Alternativa, il quotidiano milanese “Il
Giorno” pubblicò a puntate una storia di Cocco Bill (guarda
caso quella con cui conobbi Jacovitti anni prima), l'allora Granata Press editò un'imponente biografia su di lui scritta da Luca Boschi,
Leonardo Gori e Andrea Sani; in giro si vociferava di ristampe delle
storie di Cocco Bill per il mercato orientale, giornalisti,
scrittori, semiologi tessevano pubblicamente le sue lodi e persino il
salone di Lucca decise, finalmente, di omaggiare Jacovitti con lo
Yellow Kid alla carriera. E questa volta il maestro, che non amava
esibirsi pubblicamente, accettò di ritirare il premio personalmente.
Tengo a precisare che
Jacovitti avrebbe già dovuto essere premiato negli anni '70. Non
ricordo esattamente l'anno ma successe che a lui fu preferito un
altro autore e il maestro se ne andò indignato. Credo che questo fu
in tutti i sensi un premio riparatore.
Per l'occasione
producemmo, in collaborazione con il Sodatino di Vezio Melegari (che
era l'agente di Jacovitti), un orologio in tiratura limitata di 100
esemplari, per omaggiare Jacovitti, da presentare al salone dei
comics di Lucca.
Decidemmo di realizzare
il suo personaggio più famoso, Cocco Bill, e mi occupai
personalmente del disegno. Realizzai le matite (io non riuscivo a
disegnare direttamente con l'inchiostro come il maestro) e lo portai
a Jacovitti che le approvò in pieno. Inchiostrai il disegno usando
sempre il mio fido rapidograph 02 e lo spedii giù a Lecce a mio
padre che si occupò della stampa.
Ci ritrovammo tutti a
Lucca. Uno dei saloni più belli, con i grandi autori (con la A
maiuscola: Magnus, John Byrne, Berardi e Milazzo, Breccia) che si
aggiravano per gli stand, senza nessun cosplayer a rompere le palle.
Ma, soprattutto, si sentiva un profumo di vermi, salami, pettini e
quant'altro richiamasse Jacovitti. Il maestro era senza ombra di
dubbio il richiamo più grande di quella fiera.
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Un fan di Jacovitti esibisce orgoglioso il suo tatuaggio di Trottalemme, il fido cavallo di Cocco Bill. |
Rimasi davvero sbalordito
nel notare come quest'uomo, classe 1923, avesse così tanti fans e
sopratutto tra i giovani. E furono proprio questi a precipitarsi
quando ci fu l'annuncio che Franco era presente nel nostro stand
“L'ora di jacovitti” per firmare qualche autografo (credo che non
abbia fatto altro per tutto il giorno).
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Il maestro e il suo neo allievo allo stand, poco prima dell'assegnazione del premio Yellow Kid. |
Ricordo una ragazza
giovanissima che impazziva per Zorry Kid; un ragazzo che,
appena sentì l'annuncio della presenza di Jacovitti in fiera, balzò
come una cavalletta per assicurarsi un suo autografo. Ma fu solo
quando allo stand giunse un tipo con, in bella mostra sul braccio, il
tatuaggio di Trottalemme (il cavallo di Cocco Bill) che
riuscii a comprendere realmente quanto l'arte di Jacovitti
significava per la gente. E non solo in Italia.
Accanto al nostro stand
c'erano degli americani che vendevano disegni originali dei fumettari
d'oltreoceano. Appena videro Jacovitti, tirarono fuori alcune tavole
originali di Cocco Bill e ricordo che, una volta autografate,
ringraziarono il maestro con un inchino degno di Lancillotto alla
corte di Re Artù.
Jacovitti era una vera
rock star.
Il giorno dopo lasciai
Lucca. I miei genitori mi riaccompagnarono a Roma. Chiamai Jacovitti
durante una sosta in un'area di servizio (ricordiamoci che nel '92 i
telefonini erano solo per ricchi sfondati) per sapere come stava dopo
l'esperienza lucchese. Mi raccontò alcuni passaggi del suo discorso
al momento della premiazione, dicendo che dedicava il premio a tutti
quegli artisti con cui aveva collaborato ai tempi del Vittorioso, “a
tutti quegli artisti più bravi di me”. La cosa che mi colpiva era
il modo euforico con cui me lo raccontò. Era davvero convinto di
quel che diceva.
Io mi permisi di ribadire
solo che era lui il più grande di tutti. Lo era sempre stato.
E lo sarà sempre.
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Il noto comico Lello Arena (da sempre appassionato di fumetti) allo stand "Lucca 92: l'ora di Jacovitti". |
"...senza nessun cosplayer a rompere le palle."
RispondiEliminaQuant'è vero... Forse è stato uno degli ultimi, così belli.
C'ero anch'io a quel Salone, dove riuscii ad avere un autografo tremolante del grandissimo Jacovitti.
Grazie di condividere questi ricordi straordinari.
Alessio Bilotta
Grazie a te per averli letti Alessio... Basta cosplayer, vogliamo solo i fumetti:)
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