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Sonzogno, 1981 (Italia, collana Storia del west: La grande vallata 1967 e Giorno di gloria, 1978) |
“Bello ma perché
t'arrabbi tanto?”
“Mi arrabbio
perché non so se ne vale la pena di lavorare per costruire questo
paese... la solita gentaglia rozza e brutale... dopo questa gentaglia
seguirà un'altra specie di ladri, con belle maniere e camicia
pulita...”
“Non ti piace il
mondo in cui viviamo bello? Neppure a me... ma ho smesso di
arrabbiarmi da un sacco di tempo.”
“Beh... Io no.”
(Dialogo
tra Bill Adams e un'entraîneuse)
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Autoritratto di Gino D'Antonio |
Ecco un bellissimo libro
che non può mancare in una biblioteca a fumetti.
E dico questo per tre
validissime ragioni: la prima riguarda il suo autore, Gino
D'antonio, artista completo tra i migliori al mondo. La
seconda riguarda l'importanza dell'opera, la Storia del West,
una delle saghe a fumetti più belle e importanti nel panorama del
fumetto italiano. La terza, per la bella edizione realizzata dalla
Sonzogno e curata da Decio Canzio al tempo direttore
generale della Sergio Bonelli Editore nonché sceneggiatore di
personaggi come Il piccolo Ranger, Zagor e Tex.
In questo volume
cartonato, di grande formato, vengono racchiuse due delle migliori
avventure della saga creata dall'artista milanese, che di
quest'imponente opera ne è il creatore a pieno merito avendo scritto
tutti i 73 episodi, realizzato tutte le copertine degli albi e buona
parte dei disegni, alternandosi con Renzo Calegari (solo nella
fase iniziale), Renato Polese e Sergio Tarquinio.
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Tecumseh,
grande leader che lotto fino alla fine per i diritti del suo popolo.
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D'Antonio
ci racconta il west partendo dalla nota spedizione di Lewis e
Clark nel 1804, per arrivare al 1890, l'anno della grande corsa
per conquistare la terra in Oklahoma, che segna la fine dell'epopea
della frontiera. Nel raccontarlo si affida a una meticolosa
documentazione storica, facendoci vivere tutti gli avvenimenti più
importanti attraverso gli occhi di una fittizia generazione
familiare: i McDonald. E lo fa senza mai cadere nella
trappola del fumetto a sfondo documentaristico, bensì usando uno
stile narrativo che, lasciandosi alle spalle i vari Tex Willer
e compagni, apre la strada a un nuovo modo di fare e concepire il
fumetto, una strada che autori del calibro di Berardi e Milazzo
terranno ben presente.
Nel primo episodio
intitolato Il grande fiume, D'Antonio
narra la storia di Tecumseh della tribù dei Shawnee, in cui
il più grande statista della storia dei nativi americani incontra
Brett McDonald, il primo della famiglia a mettere piede in
America. Insieme cercheranno di evitare la sconfitta degli Shawnee
nella famosa battaglia
di Tippecanoe
(1811).
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George
A. Custer pochi
minuti prima del massacro a Little Big Horn.
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Già
dalle prime tavole è evidente lo stile che contraddistinguerà
l'artista nella sua carriera: ottima sintesi nel disegno, espressioni
e caratterizzazioni curate e un talento notevole nella sequenzialità
delle scene, in cui spiccano la voglia del cambiamento di Tecumseh
e la rabbia del popolo Shawnee
nella battaglia di Tippecanoe,
che l'artista orchestra magistralmente grazie alla sua abilità
compositiva e narrativa.
Abilità
che ritorna ancora di più nella seconda storia, Giorno di
Gloria, in cui la sintesi di Gino D'Antonio
arriva alla sua piena maturità artistica ed espressiva. Infatti nel
dare la sua versione dei fatti sulla battaglia di Little Big Horn,
l'artista racconta con una maggiore libertà creativa, eliminando
gran parte delle gabbie e dando così più spessore alla dinamicità
della vicenda, in cui vediamo il figlio adottivo di Pat McDonald
(figlio di Brett), Bill Adams, incontrare George
Armstrong Custer proprio alla vigilia della sanguinosa battaglia
in cui il discusso generale perderà la vita insieme al suo
reggimento.
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Una splendida tavola che illustra le drammatiche sequenze della battaglia di Little Big Horn. |
Figure
ben delineate, volti perfettamente tratteggiati, sequenze degne dei
migliori film western a cui siamo abituati, sono l'ingrediente
vincente della Storia del West, che ci offre un punto
di vista storico, in cui l'artista spesso prende la posizione degli
indiani ben prima della rivalutazione che questo nobile popolo
otterrà dal cinema negli anni'70 (Correva l'anno 1967 quando uscì
il primo numero della Storia del West)). La storia di
Tecumseh ne è la prova evidente.
La
Storia del West di Gino D'Antonio
dovrebbe essere letta per intero. Anzi, credo che dovrebbe essere
studiata nelle scuole, perché in essa si fondono elementi artistici
e narrativi che sono un inno alla pace, contro il razzismo, alla
conquista della libertà e alla storia di un paese contraddittorio
raccontata con puntiglio critico ma anche con una grande
partecipazione emotiva. Caratteristiche che di solito rendono grande
un fumetto.
Lo
stesso Sergio
Bonelli,
editore della serie, spesso affermava che l'opera di Gino
D'Antonio
era una delle cose da lui prodotte di cui più andava fiero. Parlando
con il noto editore un anno prima della sua scomparsa, a proposito
della capacità di D'Antonio
di mischiare realtà e finzione mi ebbe a dire: “Ho
sempre ammirato e invidiato questa sua grande capacità. Aveva un
equilibrio davvero invidiabile”.
E sempre parlando dell'artista milanese: ”Gino
D’Antonio
è morto da tre anni e nessuno se ne ricorda più. La nostra
categoria non lascia impronte così pesanti da essere ricordati”.
E
artisti come D'Antonio sicuramente non nascono ogni
giorno.
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L'acqua
di fuoco, puro veleno per i nativi.
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Curiosità
Le
due storie racchiuse in questo volume fanno parte della lunga serie
Storia del west pubblicata
dalla Edizioni
Araldo
(futura Sergio
Bonelli Editore) all'interno della
Collana
Rodeo
per un numero di 73 albi (successivamente ampliati a 75).
L'opera
in se è una delle migliori mai realizzate nel fumetto italiano e
sicuramente tra le massime rappresentazioni del genere western a
fumetti. La serie fu ideata da Gino
D'Antonio
insieme all'amico e collega Renzo Calegari,
un altro maestro del fumetto ed esperto del west. Calegari
abbandonò presto la serie e D'Antonio
si occupò di tutte le sceneggiature della serie e fu aiutato, nel
disegni, da Renato
Polese,
Sergio
Tarquinio
e, in qualche occasione, da Louis Bermejo,
Giorgio
Trevisan
ed Erminio Ardirò.
La
lunga saga mescola sapientemente personaggi storici (oltre ai citati
Tecumseh
e Custer
anche Lewis
e
Clark,
Samuel
Colt,
Wild
Bill Hickok, Wyatt
Earp,
Calamity
Jane solo
per citarne alcuni) con quelli ideati da D'Antonio
e Calegari,
la famiglia MacDonald,
che attraversano tutto il periodo in cui la saga è
ambientata, ovvero dall'arrivo di Brett
MacDonald
in America agli inizi del diciannovesimo secolo, fino agli inizi del
ventesimo secolo.
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L'albero genealogico della famiglia MacDonald. |
Edizione
consigliata
Come
dicevo all'inizio, un libro davvero bello: grande formato, cartonato
e con una buona stampa a colori che non nasconde il formidabile segno
dinamico di Gino D'Antonio.
Inoltre
è stesso D'Antonio a curare
la bellissima parte didattica al libro, con tre lunghe prefazioni che
l'autore scrive di suo pugno per collegare le due storie scelte e per
invogliare il lettore a una maggiore conoscenza della realtà.
Altre
edizioni
Le
storie contenute nell'edizione consigliata possono essere recuperate
in altri volumi; un buon lavoro è stato realizzato con il volume
Storia
del West - Oltre la frontiera,
nella collana Oscar
Mondadori,
in cui trovate la prima delle due storie consigliate. Segnalo
inoltre, sempre in merito alla prima storia, Il grande fiume, il
volume allegato al quotidiano Il
sole 24 ore
che ha ristampato l'intera saga di D'Antonio
in albi cartonati a prezzo davvero contenuto. Sempre rimanendo nel
settore periodici, val la pena segnalare anche il volume allegato al
Corriere
della sera,
Storia del West
nella serie 100
anni di fumetto italiano,
che raccoglie alcuni dei migliori racconti della frontiera made in
Italy tra cui Giorno
di gloria.
Infine, per chi volesse recuperarli ambedue a buon prezzo, le
Edizioni
IF
hanno ristampato l'intera saga tra cui i due episodi consigliati.
Pessima invece la ristampa della Hobby
& Work.
Una
piccola curiosità: nella ristampa della saga ad opera della Sergio
Bonelli editore,
la storia Il
grande fiume viene
ripubblicata sul numero 3 con il titolo La
grande vallata,
con un prologo di 21 tavole voluto e scritto dallo stesso D'Antonio e
disegnato da Renato
Polese che
comunque nulla toglie o aggiunge alla bellezza della storia
originale.
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