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Coconino Press, 2001 (USA, It's A Good Life, If You Don't Weaken, 1996) |
“Una
volta gli chiesi se gli mancava la sua vita d'artista...”
“Che
cos'ha risposto?”
“Un
po' di sofferenza fa bene all'anima”.
(Dialogo
tra la madre di Kalo e Seth.)
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Una delle poche vignette umoristiche di Kalo, un artista che sembra svanito nel nulla. Seth cerca di ricostruirne la storia. |
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Seth |
Ho
sempre sostenuto che in ogni storia a fumetti c'è sempre un po'
della vita del suo autore; può trattarsi anche della storia più
fantastica o più umoristica, ma qualcosa c'è. Nei Peanuts
riconosciamo Schulz in Charlie Brown e in Tex Willer
c'è tanto della personalità di Gianluigi Bonelli riversata
nel noto ranger; possiamo affermare che spesso gli autori rielaborano
la propria vita adattandola al mondo fantastico dei comics.
Praticamente un'autobiografia irreale, ciò che, diciamocelo
chiaramente, è una delle cose più belle per un fumettaro.
Ultimamente
c'è un eccesso di autobiografismo nel mondo dei comics. Molti autori
fremono davanti all'occasione di potersi raccontare, è quasi
diventata la moda del momento. C'è chi è contento di questa nuova
tendenza, c'è chi lo è un po' meno, essendo forse più legato a un
tipo di fumetto più avventuroso e fantastico.
Personalmente
apprezzo il fumetto che ha un punto di partenza autobiografico e che
poi, in un secondo momento, riesce a svincolarsi da questo inizio per
svilupparsi in qualcosa di più fantasioso.
La
storia scritta e disegnata dal canadese Seth è sì
autobiografica ma allo stesso tempo biografica; perché racconta la
ricerca, da parte dello stesso autore di fumetti, di uno sconosciuto
collega che negli anni '50 ebbe un lampo di notorietà grazie a una
manciata di vignette pubblicate sul magazine The New Yorker. E questa
ricerca si trasforma in un emozionante viaggio interiore che Seth
intraprende per rintracciare Kalo, (quest'illustratore che
tanto l'ha colpito per un'evidente somiglianza di stile) e al tempo
stesso per riflettere sulla sua vita, fatta di amori non riusciti,
collezioni di vecchie riviste e chiacchierate con il suo amico
collega Chet.
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Lunghe camminate in una provincia canadese piena di neve e suggestione: Seth ha molto per cui riflettere. |
È
bello leggere questo fumetto in cui Seth ci accompagna
nella provincia canadese, sommersa dalla neve e carica di
suggestione. Qui lo vediamo, da una parte, ripercorrere i suoi luoghi
d'infanzia e dall'altra ricercare caparbiamente qualche traccia della
vita e della carriera di Kalo. Scoprirà quindi che lo
sconosciuto artista tanto amato abbandonò l'arte per dedicarsi a
un'attività imprenditoriale in grado di garantirgli una vita più
tranquilla insieme alla sua famiglia. Una carriera artistica
rinchiusa in poche vignette che Seth è riuscito a
raccogliere e custodire gelosamente e che testimoniano una carriera
quasi anonima per un artista che di talento invece sembrava proprio
averne parecchio. Impossibile quindi non pensare ai fallimenti
personali, a tutti quei sogni infranti (chi non ne ha almeno uno?), a
“quella sofferenza che fa bene all'anima” (come Kalo
confida all'anziana madre) ma che alla fine sembra necessaria per
poter vivere una vita completamente diversa, forse non desiderata dal
profondo di se stessi, ma più agiata grazie alla tranquillità
economica.
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La ricerca di Kalo porta Seth a mettere in discussione la sua vita privata, che non riesce a funzionare. |
Il
tratto di Seth è all'apparenza semplice e sintetico
eppure riesce a raccontare questa storia con grande dovizia di
particolari che possiamo scorgere in gran parte delle tavole; le
stilizzazioni dei paesaggi sono visivamente bellissime; i tronchi
neri degli alberi spogli che s'impongono sul paesaggio nevoso hanno
una grazia grafica davvero notevole, influenzata da
quell'illustrazione umoristica tipica degli anni '50 tanto amata e
sbandierata dall'autore. E oltre alla ricchezza visiva, sono numerosi
gli omaggi con cui l'artista canadese dichiara il suo amore per i
fumetti: dall'amato Schulz al Tin Tin di Hergé,
dalla Zoe di Bushmiller alla Little Orphan Annie
di Harold Gray fino alle meno conosciute strip canadesi come
Little Nipper di Doug Wright. Quasi una riconoscenza a
questi autori cui Seth si è dichiaratamente ispirato per
affinare il suo stile e conferirgli la giusta delicatezza espressiva
per raccontare questa storia di passioni perdute e ritrovate: quelle
che l'autore, per una buona parte dell'opera, cerca di far
riaffiorare nella sua memoria e quelle che vuole conoscere cercando
un artista che sembra svanito nel nulla.
Dubbioso,
insicuro e pieno d'incertezze proprio come Charlie Brown, alla
fine di quest'appassionante ricerca Seth capisce che in
fondo La vita non è male, malgrado tutto.
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C'è davvero tanta poesia in questi essenziali paesaggi canadesi, spesso i veri protagonisti di questa storia. |
Curiosità:
il nome di Kalo sarebbe uno pseudonimo di Jack Kalloway.
Nel volume consigliato, alla fine della storia, Seth ci
mostra le uniche vignette dell'artista che è riuscito a raccogliere
oltre a una sua vecchia foto. Inoltre sempre in coda al volume un
glossario con tutti gli artisti citati e omaggiati dall'autore.
L'amico
Chet è in realtà il collega Chester Brown, uno degli
autori di fumetti indipendenti più apprezzati e autore delle
splendido Non mi sei mai piaciuto.
Il
vero nome di Seth è Gregory
Gallant.
Altre
edizioni: Quella consigliata è al momento l'unica, molto
curata come tutte quelle della Coconino Press.
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