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Ed. Cepim - Un uomo un'avventura, 1978 (Italia, L'uomo delle paludi, 1978) |
“Tu sei ancora schiavo
della divisa che porti: tienila allora, perché tutti sappiano che
non sei un uomo libero”
(Alpatter, capo seminole
rivolto al sergente Whiteman)
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Sergio Toppi nel suo studio. |
In realtà si contende lo
scettro col grande Ferenc Pinter, ma credo che solo quest'ultimo sia riuscito a tramandare emozioni artistiche uguali a
quelle dell'artista milanese.
Sergio Toppi, però, era
anche un grande fumettista che negli anni 70 e 80 ha lasciato il
segno con opere come Il collezionista e Sharaz-de solo
per citarne un paio tra le più note.
Toppi era capace di fare
di ogni vignetta un'illustrazione, un'opera d'arte a sé, che poteva
tranquillamente staccarsi dalla tavola e adornare le pareti di un
qualsiasi museo. Un pregio concesso a pochi artisti.
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Toppi: genio compositivo e narrativo. Uno dei livelli artistici più alti del fumetto. |
Erastus Whiteman, ex
schiavo nero nato con la pelle chiara che grazie a questo riesce a
far carriera come sottufficiale dell'esercito nordista, viene
smascherato da un ufficiale rude e razzista che lo fa deportare in
attesa di essere giudicato da una corte marziale. Ma durante il
tragitto verrà risparmiato dal capo di una tribù di indiani
Seminole al quale precedentemente aveva salvato la vita e grazie al
suo aiuto riuscirà a liberarsi della divisa e a riacquistare la
libertà.
La storia del sergente
Whiteman ci fa riflettere: ci fa guardare con disprezzo il padrone
che veste una divisa tanto pulita e ordinata ma allo stesso tempo
sporca di eccidi e massacri e ci fa tifare per un uomo nato già
condannato che grazie al popolo dei pellerossa (per molto tempo
indicato come nemico in tanti film e racconti western) riacquista la
libertà da sempre sognata.
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Il segno del genio: Sergio Toppi. |
In 48 tavole Toppi ci
parla di guerra, di schiavi, di padroni e di libertà, con
un'efficacia narrativa e compositiva unica e personale. Ci mostra i
toni cupi di questa storia di antieroi virando tutta l'opera su una
manciata di colori tra i quali emergono, fin dalla copertina, le
varie tonalità di verde che l'artista “impone” al lettore con lo
stesso vigore con cui si getta fango sulla neve, come a voler
sporcare ogni tavola facendoci pervenire le umiliazioni e le
contraddizioni (bellissima la sequenza iniziale in cui per
trasportare un cannone da un forte a un'altro vengono sacrificate le
vite di 5 uomini) di un paese che ancora oggi si nasconde dietro una
lunghissima scia di sangue e violenza.
Il tutto realizzato alla
fine degli anni '70, decennio in cui videro la luce importanti opere
cinematografiche e fumettistiche come Il piccolo grande uomo di
Arthur Penn, Soldato Blu di Ralph Nelson e Ken Parker di
Berardi e Milazzo. Tutte contro il padrone in divisa blu, a favore
della libertà del popolo rosso.
Nel decennio successivo Sergio Toppi arriverà all'apice della sua carriera artistica e narrativa
con Il Collezionista, ma L'uomo delle Paludi rimane
ancora il mio preferito.
Grande rigore storico e
immenso talento artistico fino alla fine.
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Il sergente Erastus Whiteman: inizia il suo cammino verso la libertà |
Altre edizioni
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Le due belle edizioni realizzate dalla Grifo Edizioni (Edizioni Di) e quella non eccelsa della Hobby & Work. |
Recentemente anche la Grifo Edizioni ha ristampato per la prima volta questa bellissima opera, in un'elegante edizione limitata in bianco e nero (disponibile anche in una tiratura limitatissima di 100 esemplari con stampa autografata da Sergio Toppi); anche se il tratto di Toppi guadagna in visibilità, tuttavia l'opera perde il fascino narrativo originale in cui il colore giocava un ruolo importante.
Sconsigliata invece la ristampa della Hobby & Work.
mi scopro sempre più ignorante leggendo questi post D:
RispondiElimina300 nasce proprio per dare una guida a chi vuole conoscere il fumetto più da vicino, con tutti i suoi autori e personaggi che lo hanno reso grande
RispondiEliminaVai Marco che vai benissimo:)
complimenti per l'iniziativa: bravo!
RispondiEliminaGrazie Alessandro!!!
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