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Mondadori, 2012 (Italia, Il figlio di Mefisto, 1971 e Nel regno dei Maya, 1973) |
“Non
ringraziare me. O amico dei morti. Presto sarai fra noi e allora
pagherai il prezzo del potere che ti è stato dato da colui che vive
negli abissi...”
(La
morte rivolta a Mefisto)
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Una delle più belle cover di Galep. |
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Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini (Galep). |
Il
western è un genere ormai morto. Sono pochissimi quelli che oggi
fanno fumetti western, rappresentano una rarità forse; e pensare che
mezzo secolo fa la frontiera rappresentava una vera e propria miniera
d'oro per chi voleva fare western, una miniera cui artisti e registi
attingevano a piene mani accrescendone il mito. Nel nostro paese,
poi, si può dire che il fumetto western ha dominato completamente le
edicole italiane, addirittura l'editore Sergio Bonelli ha
pubblicato prevalentemente western fino all'inizio degli anni '80.
Poi è arrivata la nuova leva d'autori che ha sfornato personaggi che
del western non volevano proprio saperne e così cow-boy e indiani
sono andati in pensione, per sempre. Tuttavia c'è un personaggio che
non solo ha deciso che della pensione non sa che farsene, ma che
addirittura ancor'oggi non teme rivali nel fumetto italiano e regna
incontrastato nelle edicole e librerie di tutto il bel paese.
Tex
Willer è davvero un fenomeno, e non solo per le sue
pistole e cazzotti: resiste infatti anche nel mondo odierno ormai
dominato da ogni genere di fumetto, con tirature che renderebbero
felice qualsiasi editore che ne realizzasse anche solo metà.
Con
oltre seicento albi all'attivo in più di sessant'anni di vita
editoriale, Tex è, forse, l'unico esempio di western
longevo (insieme a Blueberry) in tutto il mondo. Merito di
storie sempre avvincenti e scorrevoli, ma soprattutto merito dei suoi
creatori, lo sceneggiatore Gianluigi Bonelli e il
disegnatore Aurelio Galleppini.
La
formidabile coppia è riuscita negli anni a realizzare storie degne
di essere definite capolavori: fin dalle prime avventure (Il
Patto di Sangue, Sangue Navajo), per poi
giungere a storie adulte e complesse (Tex tra due bandiere).
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La fine di Mefisto: una delle immagini più raccapriccianti della saga, splendidamente illustrata da Galep. |
Ma,
in tutto questo, il ciclo di storie che vede protagonista il malvagio
Mefisto non ha eguali nella storia del ranger e nel cuore dei
lettori, i quali in un sondaggio realizzato dall'editore, lo elessero
antagonista preferito per le storie di Tex.
Recentemente
la Mondadori ha pubblicato, per la prima volta, tutte le
avventure di Tex contro Mefisto, in cinque corposi volumi a un
prezzo molto economico. Un'iniziativa eccezionale, per conoscere
finalmente tutti i tasselli della più avvincente saga texiana.
Tra
tutte ho scelto il terzo volume, Magia nera,
contenitore di due storie fondamentali per la saga: Il figlio
di Mefisto e Nel regno dei Maya.
In
oltre seicento pagine c'è davvero il vertice assoluto della carriera
di Bonelli e
Galep, una perfetta intesa di parole e disegni mai più
eguagliata dai due autori.
Tutto
è strano, particolare e innovativo in questa storia, a cominciare
dal lungo e inquietante prologo in cui la voce narrante è affidata
nientemeno che alla morte in persona che ci guida nella profondità
degli abissi dove assistiamo alla terrificante morte di Mefisto
divorato dai topi.
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Profondità e tridimensionalità uniti a un senso dell'atmosfera unico in Tex: Galep al top della sua carriera. |
Basta
questa sequenza per capire di trovarsi di fronte all'avventura più
cupa e oscura di Tex.
E
il vero male arriva quando facciamo la conoscenza del figlio di
Mefisto, Yama, ancor più crudele del satanico
genitore e che domina incontrastato le prime cento pagine del volume
fino alla discesa in campo di Tex; caso davvero unico
nella storia del ranger, comparire solo nella parte finale dell'albo.
Insomma,
pagina dopo pagina assistiamo a uno dei migliori esempi della lotta
tra il bene e il male, permeata da un'intensa atmosfera horror,
rappresentata magistralmente nelle tavole di Galep qui
nel suo trionfo artistico: tratteggio fitto e pennellate decise e
profonde fanno da cornice a una serie di sequenze da antologia nella
storia di Tex: la fine di Mefisto, le sequenze
del veliero in balia della tempesta cariche d'atmosfera e il finale
nelle infernali foreste dello Yucatan, in cui il grande artista
sfodera una profondità di campo e un'inedito uso dell'inquadratura
che accompagnano splendidamente la storia di un Gianluigi
Bonelli assolutamente irripetibile; tra suspense, riti
voodoo, zombie e indios, il formidabile sceneggiatore sfodera una
storia dark, che si legge tutta d'un fiato che spesso dobbiamo
trattenere.
Credetemi,
gli aggettivi si sprecano parlando di un simile capolavoro. Qui vi è
tutta l'arte di due autori che hanno fatto la storia del fumetto
italiano e di un eroe che non si è ancora stancato di esserne
l'assoluto protagonista.
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Carson, Tex e Tiger Jack immersi nell'oscura atmosfera magistralmente descritta da Bonelli e Galep. |
Curiosità:
In origine le storie contenute nel volume uscirono a distanza di
circa tre anni: Il figlio di Mefisto (con gli albi I
quattro amuleti e
Magia nera) nel 1971, mentre Nel regno dei Maya (la
cui storia cominciava nell'albo precedente Il ritorno di Yama
e terminava con quello successivo, La danza del fuoco) nel
1973.
Introduzione
del volume di Franco Busatta, con all'interno interpretazioni
da parte del disegnatore Fabio Civitelli. Copertina di Claudio
Villa.
Altre
edizioni: Sicuramente quella più o meno simile realizzata
dalla Mondadori nella collana Oscar Best Sellers, Tex e il
figlio di Mefisto, in cui però viene proposta solo la prima
parte del volume consigliato.