Werther Dell'Edera
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Werther Dell'Edera |
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Splendido disegno dedicato a Daredavil. |
Werther
è un artista per molti versi unico nel panorama italiano: ha il
“dono” della sintesi e credetemi se vi dico che è un elemento
fondamentale per l'orizzonte dei fumetti. Il segno di Werther è
fluido, dinamico, espressivo; ha un'immediatezza che raggiunge con
rapidità il lettore. Penso per esempio ad alcune tavole di Loveless,
una serie ideata da Brian Azzarello e disegnata da Werther
(alternandosi con Zezelj e Frusin) con un'abilità quasi registica,
se mi passate il termine. Ma anche le storie di John Doe e
Detective Dante, la serie italiana Garrett e i lavori
americani di Punisher War Journal (in coppia con
Antonio Fuso) non sono da meno. Se si ha la fortuna di vedere le sue
tavole in bianco e nero (soprattutto quelle per il mercato
americano) non si può non ammirare la naturalezza e il perfetto
equilibrio che le contraddistingue. Del resto gli autori da lui amati
e citati in questo suo personale elenco hanno influenzato non poco il
suo stile: da Miller a Mazzucchelli, da Mignola a Munoz, Werther è
riuscito a coglierne gli insegnamenti e a metterli in pratica con
intelligenza e personalità. E con la vera passione di chi fa questo
lavoro.
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Particolare di una tavola tratta dalla mini serie Orfani. Il numero disegnato da W.Dell'Edera è previsto per Marzo 2014. |
I
gusti di Werther Dell'Edera
1
- Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller
“Un
concentrato di potenza emotiva. Dal disegno, alla china, ai colori
alla storia. Mi è entrato dentro immediatamente e non se n'è più
andato. Per me è il miglior fumetto del mondo!”.
2
- Ghost in the shell di Masamune Shirow
3
- Spider-Man: Torment di Todd McFarlane
4
- Akira di Katsuhiro Otomo
5
- X-men: Il fato di Fenice di C. Claremont e J. Byrne
6
- Davil: Rinascita di F. Miller e D. Mazzucchelli
7
- Grey di Yoshihisa
Tagami
8
- Cosmic Odissey di J. Starlin e Mike Mignola
9
- Batman Anno uno di F. Miller e D. Mazzucchelli
10
- Alack Sinner: Nicaragua di J. Muñoz e C. Sampayo
“Alcune
opere, comunque fondamentali per me, sono rimaste fuori dalla lista
perché ho prediletto un unico aspetto nella cernita, ossia la prima
lettura. Mi spiego; quello di seguito è un elenco composto da
letture molto giovanili. Tanto giovanili che l'idea di poter fare il
fumettista non era neanche in embrione e nonostante ciò, queste
letture sono state un proiettile nel cervello per me tanto da
spingermi a copiare e ricopiare alcune delle immagini che le
componevano. Questa “Top Ten” rappresenta un elenco delle "prime
volte" della mia adolescenza. Poi ci sono state numerose altre
"prime volte" in altri stadi della mia vita e ancora
continuano ad esserci, perché la ricerca è costante!”
Per
conoscere meglio il lavoro di Werther
visitate il suo blog: Watch Out
Il suo lavoro più bello: Loveless
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Due splendide tavole e la cover n. 12 dell'uscita americana di Loveless. |
La
sintesi artistica di Werther Dell'Edera si unisce all'estetica di Howard Hawks e
Sergio Leone: inquadrature con una grande profondità di campo,
efficace senso del ritmo e dell'azione unite al suo segno che riesce
a distinguerlo dalla gran parte di autori in circolazione.
Anche per me, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro è stato lo spartiacque, anticipato in parte da Elektra Saga, mio primo contatto con Miller... la classifica è bella proprio per il fatto che si sofferma sulle prime letture, e sugli anni dell'adolescenza. Così come per i libri e per i film, anche per i fumetti ci sono opere che rimangono ancora più indelebili se si scoprono al momento giusto, specie in quell'età magica e assurda che va dai 14 ai 18 anni. Per me, in quegli anni, il buon Frank è stato il Messia che mi ha mostrato cosa poteva essere il fumetto, al di là delle poche cose di poco valore che avevo seguito sin lì in edicola...Elektra Saga, Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, Born Again, Anno Uno, Ronin...ancora ricordo le sensazioni che mi hanno fatto provare, anche se alle letture successive l'emozione non è stata la stessa. Anche per questo, l'unica opera di Frank Miller che non leggo da parecchi anni è proprio Il Ritorno del Cavaliere Oscuro: la suggestione del ricordo di un'Opera così grande, con l'effetto che mi ha fatto allora (quando, ad ogni modo, me la sono riletta parecchie volte in poco tempo...), è più potente della voglia di riscoprirla a distanza di tanti anni.
RispondiEliminaTorment invece lì in mezzo mi lascia un po' basito...ma credo che anche lì il fattore-tempo sia decisivo: per quanto a mio parere McFarlane sia un autore inconsistente, e le sue storie (e disegni) su Spider Man siano invecchiate malissimo, è innegabile che in quel momento abbia fatto "il botto", impressionando le giovani menti dei lettori con un'estetica completamente nuova. Io l'ho scoperto tardi, e ne ho ricavato solo una gran delusione...
E Akira? Grandissimo impatto, mi ha lasciato di stucco i primi episodi... poi rimango del parere che se Otomo non si fosse perso nel suo piacere onanistico di far deflagrare città e continenti per millemila pagine, e avesse contenuto e concentrato il tutto in, diciamo... 300-400 pagine (fra l'altro, mi pare di aver letto che il progetto originario fosse appunto una cosa più breve: ti risulta?), sarebbe stato un Capolavoro assoluto; così, invece, mi ha lasciato un po' di amaro in bocca.
Complimenti Ned, il tuo blog rimane sempre il mio preferito, ciao!