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Montego, 2001 (Italia, Tu che m'hai preso il cuor, 2001) |
“Quella
notte io amai... Quella notte divenni uomo...”
(Diego)
Autoritratto di Luca Vannini. |
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Patricia e Diego: sogno o realtà? |
Che
fine ha fatto Luca Vannini? È una domanda che viene
spesso posta nei vari forum ma le risposte sono piuttosto vaghe: c'è
chi dice che abbia abbandonato il fumetto, chi dice che se la passa
maluccio, chi dice che non voleva aver più a che fare con i fumetti
per non essere più angustiato da scadenze di qualsivoglia genere;
secondo le ultime notizie, vive nella capitale, sua città natale, a
fare non so cosa. Io mi sono fatto una mia idea: Luca Vannini
se n'è andato in uno di quei villaggi del sud nelle vicinanze di
Tehuantepec, dove ha ambientato la sua prima (e finora unica)
storia a fumetti come autore completo; si, Vannini
potrebbe essere lì, sotto il sole del Messico, a vendere i suoi
splendidi disegni a qualche turista o vivendo avventure come quella
del suo piccolo protagonista, Diego, adolescente squattrinato e
sognatore che evade dalla miseria sognando avventure cariche
d'azione, mistero, spionaggio e malizia.
Tu
che m'hai preso il cuor è una di quelle piccole perle che il
fumetto riesce a regalarci. Senza essere (né avere la pretesa di
esserlo) un capolavoro, è un'opera che ti prende e ti sorprende, che
regala emozioni vere come la polvere che invade lo scenario in cui il
piccolo Diego vive la sua avventura. In una manciata di
tavole assistiamo a una di quelle storie a cui non eravamo più
abituati; in un paese in cui, all'inizio del terzo millennio,
l'autobiografismo a fumetti stava già prendendo il sopravvento e le
“graphic novel” invadevano librerie e fumetterie, Luca
Vannini ci ha regalato qualcosa che eravamo abituati a
leggere in riviste come Corto Maltese, Comic Art,
Orient Express: un giovane piccolo “eroe”, un paio
di gringos che vogliono fargli la pelle, una bellissima donna di cui
innamorarsi, armi, soldi, sudiciume e qualche altro ingrediente che
Vannini usa sapientemente sfornando una di quelle
storie dal sapore avventuroso come non se ne vedevano da parecchio.
Fuori
dalla routine seriale, completamente libero d'esprimersi, l'autore
usa un tratto dotato di una sintesi formidabile, in cui i personaggi
vengono appena tratteggiati con un segno che calza a pennello ad una
simile storia; Vannini usa primi piani e campi lunghi
con la maestria di chi sa raccontare l'avventura, dimostrandosi un
artista dotato di un talento davvero notevole nel racconto. Le tavole
sono ricche di luce ma anche le ombre incalzano in maniere
predominante, quasi a preannunciare un triste epilogo o la fine di un
incubo. Tu che m'hai preso il cuor si lascia andare a
libere interpretazioni. Come ha giustamente sottolineato il grande
Gustavo
Trigo: “... è come un racconto di vite che
s'intrecciano. Oppure un'incursione, in chiave moderna, del genere
picaresco. Oppure come un giallo brutale e spietato.
Oppure come un racconto di dolorosa iniziazione. Oppure come un
insieme di echi di romanzi neri, che portano a una serie di epiloghi
concatenati fra loro, nella loro inattesa grandezza.”
Ma
forse è tutto questo. E forse anche altro. Di sicuro è un'opera che
ha qualcosa di unico nel panorama italiano, che si stacca nettamente
da tutta la produzione italiana degli ultimi quindici anni e che,
credetemi, una volta letto non lo dimenticherete più.
Restiamo
nella speranza che Luca Vannini, autore di fumetti e
unico vero erede (insieme a Pasquale Frisenda) del grande Ivo Milazzo, ci sorprenda nuovamente con altre sue avventure,
che tratteggi nuovamente personaggi come il piccolo Diego o
l'ambigua Patricia e che riprenda matita, pennelli e
pennarelli senza porre limiti alla sua bella fantasia.
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Bellissima vignetta che descrive perfettamente il tipico paesino messicano fatto di sudore, miseria e polvere. |
Curiosità:
L'opera è dedicata a Gustavo Trigo disegnatore di fumetti
argentino morto prima dell'uscita del fumetto.
Luca
Vannini è stato ideatore grafico del bel fumetto BillieBand nonché
creatore grafico di Julia, serie a fumetti di Giancarlo Berardi
edita da Sergio Bonelli Editore.
Edizione
Consigliata e altre edizioni: Per il momento quella della Montego
è l'unica edizione. La stampa fu realizzata in modo da far
intravedere (non si sa se per volere dello stesso Vannini)
gran parte delle tracce a matita sotto l'inchiostrazione. Le pagine
hanno un leggero color avorio, quasi a voler sottolineare ancora di
più il gusto avventuroso della storia.
io so che fine ha fatto Luca Vannini, autentico geniale autore di alcune tra le tavole più belle del fumetto italiano e di questa splendida opera unica. Luca ha lasciato perché stanco di un mondo che umilia la creatività e costringe gli artisti a fare gli operai (con tutto il rispetto per gli operai ma l'arte è altro).
RispondiEliminaed ha ragione... pienamente ragione... a volte il bellissimo lavoro del fumettaro diventa un lavoro tipo catena industriale... e cmq immagino quale possa esser stato il problema...
EliminaW Luca Vannini...
Avevo inserito il commento "anonimo" ma posso dirti che amo Luca da circa 15 anni, ossia poco prima che lasciasse ... il mio commento, comunque, non è di parte.
EliminaW Luca Vannini:
Maria
Io ho fatto il liceo artistico con Vannini, stessa classe (nel senso di studenti)... Un genio assoluto, all'epoca ritrattista eccezionale, due schizzi e via... e tutti a bocca aperta. Tra i Nostri prof, Goffredo Godi "ultimo paesaggista italiano" morto di recente a cui portò una tigre fatta col fil di ferro... perfetta!
EliminaRegà, spero che ci legga... Io sono Luigi, si ricorderà di me? Ciao.
all'ultimo Romics ho trovato una copia di questo bel volume, e ricordandomi della tua recensione l'ho comprato, e devo dire che è stato un buon acquisto, di quelli da tenere ben conservati. Grazie, Louis
RispondiEliminaGrazie a te... in effetti è un piccolo gioiello che va tenuto stretto....
RispondiEliminaA presto.
Tu che m'hai preso il cuor lo comprai e lo lessi un bel po' di anni fa. Non so se Vannini ci legga, ma so che di disegnatori del suo livello c'è un grande bisogno, perchè sono pochissimi al mondo!
RispondiEliminaMagari ci leggesse caro Roberto... Vannini è davvero bravo... oggi soprattutto mancano artisti del suo calibro...
EliminaForse sono stato l'ultimo a lavorare per un fumetto con Vannini, chissà... intorno al 2004, mi pare.
RispondiEliminaLui disegnò una storia scritta da me per i Teatri di Reggio Emilia.
I disegni eramo di gran lunga migliori del testo.
Giuseppe
Mi fa piacere che mota gente si chieda dove sia finito Luca Vannini... un po' di notizie di qua e di la ci aiutano a capire che fine ha fatto.
EliminaGrazie mille Giuseppe.
Sul Fumo di China attualmente in edicola, si anjuncia che sul prossimo Color Tex ci sarà una storia di tex disegnata da Luca Vannini. L'attesa per questo grande artista è terminata.
RispondiEliminasi ho saputo... è quello che tutti aspettavamo... grazie Roberto!!
EliminaDisegnatore e pittore eccezionale, veramente..!
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