“Quando
penso al mio paese natio... un'immagine appare vivida nella mia
mente. Un pomeriggio di primavera io, ancora bambino, sto giocando
seduto sul pavimento del negozio da barbiere di mio padre. È il
ricordo di un momento felice della mia infanzia.”
(
Youichi)
C'è
una cosa che i giapponesi sanno fare come forse nessun altro: narrare
per immagini i gesti quotidiani, la vita che scorre e che ogni giorno
si vive nel paese del sol levante.
Nei
loro fumetti ci sono le loro tradizioni, le loro emozioni, il loro
modo di vivere, di pensare, di odiare e di amare. È un continuo
immergersi nella loro vita di ogni giorno, apparentemente così bella
e differente dalla nostra; sarà questo uno dei motivi che ci hanno
spinto ad amare i manga (termine con cui chiamiamo il fumetto
giapponese) o quantomeno (parlo della mia esperienza) prima a
conoscerli, poi ad odiarli e infine ad amarli. La manga - invasion
che ha investito il nostro paese all'inizio degli anni '90 ha
rappresentato un vero e proprio fenomeno: alcuni hanno storto il naso
ma la maggior parte li ha amati decretando il successo di opere
discutibili ma anche di lavori bellissimi che hanno imposto fior di
autori all'attenzione del pubblico.
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Uno
dei ricordi più felici del piccolo Youichi: giocare nella bottega da
barbiere di suo padre.
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Al
tempo di Papà
è uno di quei lavori che ti prende fin dalla copertina. Jiro
Taniguchi,
autore dalla bellezza artistica raffinata, ci regala un capolavoro
immortale, uno di quei lavori che resterà nella storia ma
soprattutto che resta dentro di noi.
In
meno di trecento pagine, l'artista ci racconta la storia di Youichi,
un uomo che vive a Tokio e che non vede la sua famiglia da oltre
quindici anni avallando come scusa l'alta mole di lavoro. Ma alla
notizia della morte del padre, sarà costretto a tornare nel paese
natale dove rievocherà il suo passato e soprattutto cercherà di
comprendere il suo risentimento per un padre assente, troppo occupato
dal suo lavoro per vederlo crescere.
Non
è difficile immedesimarsi in questo dramma personale e intimo, e in
questo elogio della famiglia, dei sentimenti, dell'amore e del
rancore che ognuno di noi nella vita ha provato almeno una volta.
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L'incendio
di Tottori, magistralmente narrato
da Taniguchi.
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Il
protagonista non è altro che un alter ego del lettore che viene
letteralmente preso da questo tripudio d'emozioni e sentimenti,
vivendoli in modo del tutto personale e riflettendo sulla sua vita.
Sfogliando le pagine di questo volume, vediamo un padre dedito al suo
lavoro di barbiere con un grande senso dell'onore; ogni colpo di
forbice corrisponde a un momento negato alla sua famiglia ma dietro
ognuno di questi si nasconde in realtà un grande amore, che lui
stesso non è stato capace di manifestare ma che il lettore coglie
profondamente.
Taniguchi
sa raccontare e sa farlo magistralmente; usa le emozioni senza mai
abusarne, delinea perfettamente le figure dei protagonisti e spesso
lascia al loro silenzio l'ultima parola.
Ma
soprattutto ci fa viaggiare nel tempo del suo paese, un Giappone che
si risolleva dopo la guerra, ansioso di crescere, che non si piega
d'avanti ai momenti più drammatici (l'incendio di Tottori, paese in
cui si svolge il racconto) e che arriva alla ricchezza degli ultimi
anni senza dimenticare la semplicità di quel mondo idilliaco che
l'autore ci fa vedere attraverso l'infanzia e l'adolescenza di
Youichi,
il quale nella sua fuga verso Tokyo pone una distanza non solo tra
questi due mondi ma soprattutto tra sé e i suoi legami familiari,
tra sé e quel padre assente che muore senza rivederlo.
La
storia quotidiana di un uomo comune, raccontata da un autore che
comune non è.
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Il rapporto padre/figlio. |
Curiosità
Il
paese di Tottori, in cui viene si svolge l'infanzia e l'adolescenza
del protagonista è il paese natale di Taniguchi
ma, contrariamente a quanto può sembrare, la storia non è
autobiografica.
Edizione
consigliata
Esiste
solo quella consigliata, che la Planet
Manga
ha ristampato (modificando leggermente la grafica di copertina) visto
il successo riscontrato nel nostro paese.
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I testi apparsi su "Avventure di carta" sono tutti scritti da Ned (Nedeljko Bajalica) e possono essere pubblicati anche altrove, con la raccomandazione di citare la fonte e gli autori!
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