| Biblioteca Universale Rizzoli, 1974 (Germania, Max und Moritz, 1865) |
“Max
und Moritz è l'opera non solo più famosa ma anche la più inquietante di Busch, perché coglie la riduzione dell'umano là dove
ci si attenderebbe di trovare la massima libertà e pienezza e cioè
nell'infanzia.”
(dall'introduzione
di Claudio Magris)
![]() |
| Wilhelm Busch |
E
naturalmente non potevano lasciarsi sfuggire un'arte rivoluzionaria
come il fumetto che, a loro parere, è giustappunto nato in Usa nel
1985 con un personaggio di nome Yellow Kid.
E'
proprio da quel momento che tutti i critici hanno sbandierato il
monello giallo creato da Richard Felton Outcault come il primo
personaggio dei fumetti.
Ma
se consideriamo il fumetto “letteratura disegnata”, come diceva
Hugo Pratt, o “narrazione attraverso le immagini” come
sosteneva Will Eisner, temo che Yellow Kid debba cedere
il posto a due monelli tedeschi, Max e Moritz creati
nel 1865 dall'umorista e poeta tedesco Wilhelm Busch.
Ora,
non sto qui ad aprire l'ennesima disputa su chi sia il primo
personaggio della storia dei comics, anche perché non lo
ritengo rilevante, ma conosco bene la vasta influenza che questi due
personaggi hanno avuto su tutta la produzione successiva nel fumetto;
e su questo non si discute.
![]() |
|
L'immagine
più famosa che ritrae
Max
e Moritz.
|
Sette
storielle brevi, accompagnate da una serie di didascalie che narrano
la perfide malefatte dei due monellacci ai danni della vedova del
paese a cui ammazzano i polli, con un sistema degno di un aguzzino,
per poi mangiarseli; poi tocca al sarto, a cui provocano uno
scivolone in acqua facendo prendere al poveraccio un malanno; ancora,
al maestro di scuola, riempiendo la sua pipa di polvere da sparo;
allo zio Fritz, che portano sull'orlo della pazzia riempiendo
il materasso di scarafaggi. Ma nella penultima storiella assistiamo
alla vendetta a dir poco sproporzionata del fornaio che, sorpresi i
due discoli nel cassone della farina, con un certo sadismo li impasta
e li infila nel forno. Una volta fuori, Max e Moritz
rosicchiano la crosta del pane e fuggono pronti a farne
un'altra delle loro: nella loro ultima avventura, vengono sorpresi
dal contadino Mecke a tagliare i sacchi di frumento ma questo
li infila in un sacco, li porta al mulino e perversamente li infila
nella macina dove li riduce in granelli che andranno a finire nello
stomaco delle anatre. E tutto il villaggio è in festa per la fine
delle malefatte di Max e Moritz.
![]() |
|
Malignità,
grettezza e perfidia: Max
e Moritz
mentre preparano un feroce scherzo senza provare nessun rimorso.
|
E,
se quello che vi ho detto vi sembra esagerato, allora leggete
attentamente le avventure di Max e Moritz, riproposte nel prezioso
volume della Biblioteca Universale Rizzoli,
cercando di non limitare la vostra attenzione alle burle dei due
perfidi protagonisti, ma sforzandovi di cogliere anche la pungente
satira e la malignità, la perfidia e la grettezza con cui quelle
burle venivano perpetrate. Busch anticipava in maniera eclatante
tutto quell'humor nero che caratterizzerà molto del futuro fumetto
che leggeremo e con Max e Moritz non creava due
semplici birbe ma due veri e propri aguzzini, che si divertono a
tormentare le persone che gli stanno intorno senza apparente rimorso
e che sono un perfetto catalizzatore delle stesse emozioni di Wilhelm
Busch; emozioni in cui non c'è posto per la felicità tipica
dall'infanzia ma solo dall'odio verso la società gretta e borghese.
Bush
era un grande artista e un grande scrittore; riusciva a creare una
perfetta simbiosi tra testo e immagini raccontando in modo
sorprendentemente moderno, considerando che correva l'anno 1865.
I
vari storici o fumettologi potranno anche confermare all'unanimità
che Yellow Kid è il primo personaggio del fumetto, ma
sicuramente quel birbante giallo non aveva quella carica aggressiva e
innovativa messa in scena da Busch con Max e
Moritz.
Mancavano
ancora le nuvolette (molti artisti non ne faranno uso come Hal
Foster per Pince Valiant) ma Max e Moritz è
letteratura disegnata per l'infanzia.
Ed
è a tutti gli effetti un fumetto.
Curiosità
Non c'è bambino tedesco, o adulto tedesco che non conosca a memoria le sette storielle di Max e Moritz, che tutt'oggi continuano a essere riproposte in Germania. Il fumetto è ritenuto vero e proprio patrimonio culturale. Il volume italiano consigliato è, come già accennavo, quello edito dalla BUR; è prezioso sia per l'introduzione di uno dei più grandi scrittori e intellettuali italiani, Claudio Magris, sia per la bellissima traduzione a opera di Giorgio Caproni poeta e critico letterario nonché traduttore tra i più rilevanti del dopoguerra, che con la sua traduzione riuscì a non perdere lo spirito originale dell'opera di Busch. Nella sua versione, Max e Moritz diventano Pippo e Peppo.
Edizione consigliata
Come quella qui consigliata non ve ne sono. In un sol libro tre grandi figure della cultura europea: Wilhelm Busch, Giorgio Caproni e Claudio Magris.
Altre edizioni
Esistono
in commercio altre edizioni italiane tra cui quella della Modern
Publishing House dal titolo Max e Moritz. Esiste anche una
versione pubblicata dalla Milano Serling & Kupfer nel
lontano 1927 dall'italianizzato titolo Maurizio e Maso,
illustrata da “Guglielmo” Busch nella traduzione di Pippo
Juch. Inoltre le avventure di Max e Moritz sono
disponibili su Amazon nel formato Kindle.




Nessun commento:
Posta un commento
I testi apparsi su "Avventure di carta" sono tutti scritti da Ned (Nedeljko Bajalica) e possono essere pubblicati anche altrove, con la raccomandazione di citare la fonte e gli autori!
Le immagini sono qui inserite al solo scopo di documentazione e sono © degli aventi diritto.