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Il grande Jac con il numero 0 di RAP fresco di stampa. |
L'esperienza
con i disegni di Jacovitti finalizzate ai gadget mi
insegnò una cosa molto importante: Jacovitti non
riusciva a comunicare con i giovani. E la cosa è buffa dal momento
che da un fumettista della sua portata ci si aspetta il contrario.
Eppure Franco rimaneva legato un po' ai gloriosi anni del fumetto
italiano negli anni '60, quando comunicava con le giovani masse
attraverso un potentissimo strumento come il diario Vitt, che
era presente nello zaino o cartella dell'ottanta per cento degli
alunni italiani.
Ma
i tempi, si sa, cambiano (meno male) e cambiano anche le necessità,
le mode e i mitici diari di Jacovitti vennero
surclassati dalle nuove tendenze degli anni '80, che si orientavano
più sullo Snoopy di Schulz e il Lupo Alberto di
Silver. I diari di Jac uscivano ma erano dei
punti in mezzo alla folla. Il periodo in cui andai alla scuola
elementare proprio non mi ricordo di aver visto un suo diario. Era
anche il periodo in cui Franco si allontanò di più dal fumetto (o
meglio dire fu messo da parte) per lavorare di più in pubblicità,
fino alla riabilitazione completa avvenuta al Salone dei Comics di Lucca nel 1992, anno in cui iniziò il nostro sodalizio.
Ma
nonostante questo, notavo che Jac non riusciva a creare
qualcosa destinato ai giovani, ai loro nuovi gusti, qualcosa in cui
potessero riconoscersi.
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Cover dei numeri 0 e 1 di RAP, usciti rispettivamente nel 1996 e nel 1997. |
Fu
così che mi venne l'idea di RAP; pensando unicamente
ad un modo per avvicinare Jacovitti al pubblico dei più
giovani. La musica rap andava forte, la street art era ormai un
fenomeno ben consolidato e l'idea di trasferire vermi, salami e dadi
in un simile contesto mi piaceva.
Serviva
solo un personaggio e qualche comprimario e soprattutto dovevo
decidere che tono dare a questa serie.
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Lo sfigatissimo rapper Rex-J. |
Al
tempo mi piacque molto uno dei personaggi minori di Jacovitti,
Joe Balordo, detective privato che più sfigato non si poteva.
Passava le sue avventure cercando sempre di rimediare qualche pupa
invece di procacciarsi qualche caso interessante e Jac l'aveva
disegnato con una buona dose di humor ed erotismo. Ecco quindi che
nella testa mi cominciò a frullare l'idea di un rapper nato sfigato,
che si aggirava per le luride strade del Bronx cercando di
rimorchiare qualche battona a basso costo. Ma naturalmente gli veniva
rifilato un bel due di picche oltre al fatto d'essere continuamente
oggetto delle percosse di due bande rivali: Le Tigri Meccaniche
e i Corvi Spennati. Aveva un socio in affari, il nero Black
Out (con cui organizzava qualche concerto abusivo) e una tipa,
Pupa Girl, a cui faceva la corte assiduamente senza ottenere
il minimo risultato positivo. Insomma più sfigato di così non
poteva essere: Rex-J era nato.
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Una striscia tratta dal n. 1 di RAP, Hog City. |
Ne
parlai con Franco il quale mi diede carta bianca. Realizzai quello
che sarebbe stato il numero 0, ovvero una quarantina di strisce di
grande formato, disegnate con pennini Brause 511 che
riproducevano benissimo il tratto di Jacovitti.
Restava
il problema di chi l'avrebbe pubblicato, ma con il nome di Jac
non avrei avuto particolari problemi. Si fece avanti una casa
editrice guarda caso della mia città, Balocco editore, che in
quegli anni, siamo nel 1996, aveva intrapreso un esperimento
originale: realizzare un'agenda sul cinema, la Cine Agenda, e
una sul fumetto, la Data Comics. E devo dire che uscirono due
bei prodotti, distribuiti in tutta Italia e con un buon successo.
Mi
proposero di pubblicare RAP con loro e di farlo uscire
nel prossimo Salone di Lucca. Jacovitti fu d'accordo e
RAP numero 0 vide la luce.
Formato
più o meno tascabile, 36 pagine in bianco e nero, spillato con cover
a tre ante, l'albo si presentava decentemente, tirato nelle solite
mille copie ma regolarmente distribuito in tutte le fumetterie. A
Lucca vendemmo circa 160 copie.
Al
numero 0 fece seguito il numero 1, dal titolo Hog City e ci
furono diverse riviste (non specifiche di fumetti) che parlarono di
RAP: Musica di Repubblica, Guerrin Sportivo,
ecc.. dopo di che RAP uscì di scena e i motivi furono
diversi.
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Roma, maggio del 1995. Cena con i soci dello Jacovitti Club in cui Jac mi presenta a tutti come il suo allievo e collaboratore (ormai da circa tre anni) e parla della prossima pubblicazione di RAP. |
In
primis la poca collaborazione di Jac, impegnato nel
Cocco Bill per la Sergio Bonelli. In effetti Franco
rimase un po' spiazzato da quest'opera di mia creazione, nonostante
fu lui a dare vita al personaggio di Pupa Girl e fu sempre lui
a scegliere RAP come nome per la serie. Ma la vedeva
come qualcosa di anomalo nella sua carriera, io invece la vedevo come
un'opportunità di farsi apprezzare dal pubblico giovane che correva
dietro alle figurine di Lupo Alberto. Ma Jac non
collaborò granché e da solo (testi, disegni, copertine e
quant'altro) non riuscivo a tenere dei ritmi che garantissero un
lavoro fatto bene.
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Jacovitti nel suo studio autografa le copie del n. 0 di RAP per il Salone dei Comics di Lucca. |
Le
avventure di Rex-J rappresentarono un'occasione
d'avvicinamento dell'arte di Jac ai giovani.
Un'occasione mancata.
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